Nuove località entrano a fare parte della lista dei Comuni che offrono agevolazioni fiscali ai pensionati. Lo prevede il decreto Sostegni ter convertito in legge per favorire il rientro dei cittadini italiani dall’estero.
Come noto, al di fuori dei nostri confini si è scatenata una competizione per accaparrarsi, grazie a regimi fiscali agevolati, pensionati europei facoltosi, intenzionati a scappare dall’oppressione fiscale italiana (e non solo). Il caso più noto è quello del Portogallo.
Pensioni senza tasse al Sud
Così il governo, nel tentativo di riportare in patria i pensionati italici ha varato una serie di norme che ne agevolano fiscalmente il rientro.
Le regioni italiane interessate sono Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. L’aliquota fiscale ridotta al 7% è applicata, però, solo a coloro che vanno a risiedere in Comuni con popolazione inferiore ai 20 mila abitanti.
Il vantaggio fiscale consiste anche nella possibilità di assoggettare tutti i redditi esteri, non solo quelli derivanti da pensione a una imposta sostitutiva fissa del 7%.
Cosa prevede il decreto Sostegni ter
Per ottenere l’agevolazione è necessario trasferire la residenza dall’estero in uno dei Comuni appartenenti alle regioni del Sud predette con meno di 20 mila abitanti o in quelli colpiti dal terremoto del 2016 e 2017. Non solo. Bisognerà anche viverci per un periodo di tempo tale da consentire il recupero della fiscalità.
A beneficiare del taglio delle tasse al 7% sulla pensione saranno in particolare coloro che percepiscono un assegno medio-alto. Dai 15 mila euro all’anno in su, tanto per intenderci, poiché al di sotto di tale soglia, l’incidenza del fisco è tale da non produrre vantaggi.
Il beneficio è corrisposto per 10 anni prima che il reddito da pensione torni a rientrare nella tassazione ordinaria.
Fra i vari requisiti per poter beneficiare dell’aliquota agevolata al 7% bisogna dimostrare di non essere residente in Italia da almeno 5 anni dalla data di richiesta di rientro e cambio residenza.