Quando si percepisce una pensione, è spesso necessario espletare alcuni adempimenti periodici con l’INPS, che sono assolutamente obbligatori e devono essere completati entro le scadenze prefissate. In caso contrario, c’è il concreto rischio di perdere il diritto alla pensione o di subire decurtazioni. Ad esempio, alcune persone hanno visto la loro pensione di settembre o anche di agosto decurtata del 10%.
Si tratta di una sorta di promemoria che l’INPS ha deciso di applicare per spingere i pensionati a regolarizzare la propria situazione.
“Buonasera, mi sono accorta di avere delle trattenute sulla pensione nel rateo di settembre. Ho trovato un importo inferiore e, non sapendo il motivo, mi sono rivolta a un commercialista, il quale mi ha spiegato che si tratta di un taglio per omesse dichiarazioni reddituali. Tuttavia, non ho capito di cosa si tratti esattamente. Il commercialista mi ha suggerito di rivolgermi a un Patronato per correggere la situazione, sempre che sia possibile farlo. Potete aiutarmi, per cortesia?”
Pensioni di settembre tagliate del 10%: chi ha ricevuto di meno e cosa deve fare
Il nostro lettore potrebbe essere uno dei tanti che, non avendo adempiuto all’obbligo prescritto, si trova con una pensione decurtata. A dire il vero, questo è il male minore: se l’inadempienza persiste, si rischia la sospensione totale del trattamento pensionistico, in alcuni casi anche definitiva. Per dare una risposta concreta al lettore, sarebbe necessario avere accesso alla sua documentazione e a tutti i dettagli relativi alla sua pensione.
Senza informazioni dettagliate, possiamo solo spiegare cosa si può fare per risolvere quella che, a tutti gli effetti, è una situazione problematica. Un possibile scenario che ha portato a un taglio del 10% della pensione a settembre è quello di chi non ha aderito alla consueta campagna RED obbligatoria entro il 28 febbraio 2024.
Va sottolineato che i pensionati tenuti a presentare il modello RED sono coloro che percepiscono una prestazione, o una parte di essa, collegata all’ammontare dei redditi posseduti, sia dal beneficiario che, in alcuni casi, dal coniuge e dai figli.
Le prestazioni collegate al reddito includono generalmente prestazioni assistenziali, come l’assegno sociale, ma anche somme aggiuntive su prestazioni previdenziali, quindi su pensioni vere e proprie.
In questo contesto rientrano trattamenti come le maggiorazioni sociali, l’integrazione al trattamento minimo e la quattordicesima, oltre all’assegno ordinario di invalidità e alla pensione ai superstiti, che prevedono l’adempimento del modello RED.
Adempimenti obbligatori per alcuni pensionati: rischi in caso di mancata produzione
Non c’è solo l’obbligo del modello RED; infatti, esistono diverse altre comunicazioni che devono essere inviate all’INPS da parte di determinati pensionati. Come per il modello RED, anche queste comunicazioni possono portare alla sospensione o alla revoca definitiva di una prestazione pensionistica. A seconda del tipo di pensione percepita, delle misure utilizzate e delle somme aggiuntive ricevute, i titolari della prestazione devono inviare determinati modelli.
Ad esempio, oltre ai pensionati che percepiscono pensioni integrate al minimo e generalmente collegate ai redditi (che devono presentare il modello RED all’Istituto Previdenziale), ci sono quelli che devono presentare il modello ICLAV, come nel caso di chi percepisce pensioni per invalidità civile.
I beneficiari di assegno sociale o pensione sociale sono invece tenuti a presentare il modello ACC.AS/PS. Per chi ha subito la decurtazione della pensione, così come per chi non l’ha ancora subita ma è a rischio per non aver presentato i modelli richiesti, è necessario regolarizzare la situazione entro il 15 settembre.
Poiché la scadenza per la presentazione del modello RED è già passata, sarà necessario effettuare un’operazione diversa. Presentare la domanda di ricostituzione della pensione, indicando i redditi necessari affinché l’INPS possa confermare o meno il diritto a percepire le prestazioni collegate.
Dal taglio alla revoca: i rischi di non presentare le dichiarazioni reddituali
È importante sottolineare che sono tenuti a presentare il modello RED i pensionati che non dichiarano i propri redditi all’Agenzia delle Entrate. O coloro che, nel modello 730 o nel modello Redditi PF, non includono alcuni redditi che incidono sul calcolo della prestazione da parte dell’INPS.
Una volta presentata la domanda di ricostituzione, la pensione dovrebbe tornare all’importo originario, senza ulteriori tagli. A condizione che dalla dichiarazione dei redditi emerga che il pensionato ha diritto a quanto percepito fino ad ora.
Se il ritardo persiste e non si presenta nemmeno la domanda di ricostituzione, oltre al rischio di revoca della prestazione collegata alla dichiarazione, non è raro trovarsi di fronte a richieste di restituzione delle somme percepite precedentemente al taglio. Questo perché, in assenza delle dichiarazioni necessarie, l’INPS può presumere che le somme aggiuntive erogate sulla pensione non fossero effettivamente dovute.