E’ quasi fatta. In tema di pensioni anticipate, opzione donna e ape sociale saranno prorogate di un altro anno. Lo ha stabilito il governo presentando lo schema generale della legge di bilancio 2021 che il Parlamento dovrà approvare entro fine anno.
Come ampiamente previsto, quindi, il meccanismo delle pensioni anticipate previste per opzione donna e ape sociale sarà attuabile anche nel 2021. Mentre per quota 100 se ne riparlerà il prossimo anno nell’ambito della più ampia riforma pensioni che abbraccerà anche altri aspetti del sistema previdenziale.
Pensioni anticipate: opzione donna
Le lavoratrici che intendono usufruire del pensionamento anticipato dovranno aver maturato i requisiti necessari entro il 31 dicembre del 2021. Vale a dire 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi.
Per il prossimo anno quindi, si tratterà di tutte quelle lavoratrici nate nel 1962 (1961 per le autonome) che soddisferanno i requisiti contributivi. Per chi volesse (si tratta appunto di un’opzione, come dice la parola stessa) si potrebbe quindi aprire lo spazio per lasciare il lavoro prima del tempo. Ciò comporta però una decurtazione significativa dell’assegno pensionistico. In pratica, la pensione prevista per opzione donna verrà calcolata solo con il sistema di calcolo contributivo. Il che può comportare un taglio della pensione fino al 25% rispetto all’assegno calcolato col sistema misto nel rispetto dei requisiti previsti per il pensionamento di vecchiaia.
No solo. La pensione verrà erogata dopo 12 mesi dalla presentazione della domanda per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per quelle autonome. Un lunga attesa. Tale opzione potrà essere esercitata in qualsiasi momento successivo alla maturazione dei requisiti. Quindi anche a distanza di mesi qualora la donna volesse proseguire con l’attività lavorativa.
Ape sociale
Anche questo sistema di pensionamento anticipato, riservato ai lavoratori con particolari difficoltà sociali sarà prorogato di un altro anno. Come noto, tale opzione, consente ai lavoratori in difficoltà di lasciare il lavoro prima della maturazione dei requisiti previste dalla riforma Fornero.
In sintesi, possono accedere all’Ape Sociale coloro che siano iscritti alle varie gestioni Inps, che abbiano raggiunto i 63 anni di età, abbiano cessato il lavoro, siano residenti in Italia e siano in una delle seguenti quattro condizioni:
- Avere almeno 30 anni di contributi ed essere in stato di disoccupazione
- Avere almeno 30 anni di contributi e al momento della richiesta di Ape sociale assistere da almeno sei mesi il coniuge, la persona con cui è contratta l’unione civile o un parente di primo grado convivente(genitori o figli) con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 legge 104/1992
- Avere almeno 30 anni di contributi ed essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%.
- Avere almeno 36 anni di contributi e svolgere alla data della domanda di Ape sociale da almeno sei anni in via continuativa una o più delle attività gravose sotto elencate.
Per quanto riguarda le donne, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi richiesti per l’accesso all’Ape Sociale, pari a 12 mesi per ciascun figlio.
L’Ape Sociale è un’indennità economica di sostegno al reddito erogata dall’Inps fino al raggiungimento dell’età pensionabile. L’importo è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico di vecchiaia cui avrà diritto il richiedente nel limite massimo di 1.500 euro lordi al mese.