Fa paura il fatto che dal 2027 le pensioni per gli italiani si allontaneranno di 3 mesi? Sicuramente fa tanta paura, perché tre mesi possono sembrare pochi, ma per chi svolge un lavoro pesante, possono essere molto lunghi. Ma possono essere lunghi anche per un’azienda che contava di “liberarsi” del suo dipendente a 67 anni e invece deve tenerlo per altri 3 mesi altrimenti in pensione non ci potrà andare. E se guardiamo al risvolto economico, ancora peggio. Perché 3 mesi in meno di pensione sono 3.000 euro persi e lasciati alle casse dello Stato se la pensione maturata è pari a 1.000 euro al mese. E sono 6.000 euro se la pensione è pari a 2.000 euro.
Il fatto è che senza un intervento del governo, che è stato promesso ma su cui mancano le conferme e soprattutto le coperture finanziarie (circa 4 miliardi di euro), dal 2027 si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi. Ma forse questa non è la notizia peggiore. Perché ci sarà chi la pensione di vecchiaia la vedrà solo a 70 anni di età.
Perché sale l’età pensionabile?
Il fatto che l’età pensionabile salga dipende soprattutto da un fattore. Con la Legge Fornero si applica una regola che era già prevista prima, ma che divenne a carattere biennale praticamente automatica. Ogni due anni in base ai dati Istat sulla stima di vita cambia l’età pensionabile. Ma solo in salita e mai in discesa. Infatti se l’età pensionabile sale, si allontanano i requisiti per le pensioni. Se invece l’età pensionabile scende, i requisiti al massimo si congelano e il differenziale viene scontato nei bienni successivi.
In pratica, durante la pandemia anche se la vita media degli italiani scese, non si tornò alle pensioni a 66 anni e 7 mesi, ma il limite restò pari a 67 anni. E ci è rimasto dal 2019 ad oggi e fino al 2026. Dal 2027 invece, visto che la stima di vita è in crescita, come in questi giorni ha confermato l’Istat, ci si aspetta uno scatto di 3 mesi. L’età pensionabile passerà quindi a 67 anni e 3 mesi. Parliamo di pensioni di vecchiaia che oggi come tutti sanno si centrano con 67 anni di età e 20 anni di versamenti.
Il 2027 è un problema per le pensioni, ma in futuro ancora peggio, perché si arriva a 70 anni
Il governo potrebbe decidere tramite decreto di sterilizzare questo aumento. Naturalmente servono dei soldi a copertura. Perché bisogna trovare i soldi per tamponare il fatto che l’INPS dovrebbe pagare le pensioni 3 mesi prima ai lavoratori se il limite anagrafico della pensione di vecchiaia resta a 67 anni. E il fatto che si sposta avanti il requisito parte proprio dal concetto che l’INPS deve risparmiare i soldi che deve dare ai lavoratori che vivono più a lungo da pensionati.
Ma se il 2027 è un anno che rende angosciati i lavoratori, peggio è per chi guarda alla pensione solo in futuro. Per chi in pensione ci andrà dopo il 2028, la situazione rischia di peggiorare ancora di più.
Fino a degenerare per i giovani di oggi che in pensione magari ci andranno dal 1950 in poi. Ogni due anni i requisiti si aggiornano e se il trend della vita media della popolazione continua a salire, saliranno a livello esponenziale anche le età anagrafiche utili alle pensioni.
Pensioni solo a 67 anni e 3 mesi ma anche oltre i 70 anni, ecco perché
In Italia si registrano dei dati in controtendenza. Le nascite sono sempre meno, e la popolazione, al netto degli immigrati, scende sempre di più. ma l’andamento demografico segna anche l’invecchiamento costante della popolazione. Se le nascite latitano e la popolazione vive sempre di più, ecco che nel 2050 l’Italia avrà una popolazione composta da oltre il 7% di persone con già 85 anni di età compiuti. Tanto per intenderci, nel 2023 erano meno del 4% gli over 85.
Nel frattempo, i dati sull’occupazione dicono che sono in crescita per fortuna. Ma essendo sempre meno i lavoratori e sempre più i pensionati, i conti dell’INPS sono e saranno sempre in rosso. Ecco perché al netto del fatto che la vita media della popolazione è in crescita, si rischia di andare in pensione a 70 anni molto presto perché anche i lavoratori attivi, essendo meno dei pensionati passivi, costringono ad aumentare l’età pensionabile di biennio in biennio.
Di due o tre mesi per volta, questi incrementi porteranno la pensione di vecchiaia a superare i 68 anni probabilmente dal 2037 se non prima. E già nel 2050 serviranno 69 anni o addirittura 70 anni qualche anno dopo.