Il governo Meloni sta lavorando ad una nuova riforma delle pensioni. Da anni infatti il sistema previdenziale ha necessità di essere rinnovato. L’ultima riforma delle pensioni degna di questo nome è stata anche la più discussa. Parliamo naturalmente della riforma Fornero del 2012. Ma l’attuale sistema è basato si su questa riforma dell’allora Governo Monti, ma guarda anche alle due riforma precedenti, ovvero alla Riforma Dini del 1995 o addirittura prima, alla riforma Amato del 1992.
Gli attuali requisiti, nettamente inaspriti rispetto a quelle antecedenti il 2000, sono arrivati a questo punto per via di tutte queste riforme delle pensioni.
Pensioni subito anche con 15 anni di contributi? Difficile ma non impossibile
Più anni passano meno facile è andare in pensione con 15 anni di contributi versati. Eppure alcune regole del passato possono aiutare ancora, anche se esclusivamente per qualche contribuente.
Chi entro il 31 dicembre 1992 si trovava in determinate condizioni infatti può ancora rientrare nei provvedimenti introdotti con la legge Amato. In materia pensioni infatti esistono ancora e sono attive pur se potenzialmente non più sfruttabili, le tre deroghe Amato. Si tratta di misure di pensionamento anticipato (ma per i contributi e non per l’età) che qualcuno può sfruttare.
Per esempio la prima deroga Amato prevede la possibilità di pensionarsi con meno di 20 anni di contributi, ma con almeno 15 anni di versamenti. Purché almeno 15 anni siano stati versati entro il 1992.
Su questa deroga Amato si può fare un oggettivo ragionamento per capire che effettivamente è una soluzione obsoleta e praticamente poco utilizzabile oggi. Quanti sono i contribuenti che hanno 15 anni di contributi versati già al 31 dicembre 1992 ed oggi non sono ancora in pensione? Ecco perché effettivamente, salvo rarissimi casi, la prima deroga Amato ormai è passata.
I versamenti volontari e la seconda deroga Amato
Diverso il caso della seconda deroga, perché in questo caso basta che entro la fine del 1992 il contribuente interessato sia stato autorizzato dall’INPS alla prosecuzione volontaria. Si tratta della possibilità di chiedere all’INPS i versamenti volontari. Una facoltà che in genere i contribuenti usano nel momento in cui si trovano con periodi di contribuzione mancanti per raggiungere il requisito per la loro pensione. Quindi, con la seconda deroga Amato possono andare in pensione quanti entro la fine del 1992 erano semplicemente stati autorizzati dall’INPS al versamento volontario. Anche se effettivamente i versamenti non sono stati effettuati. Ed anche in questo caso bastano 15 anni di contributi versati.
I lavoratori discontinui e il vantaggio della terza deroga Amato
Infine c’è la terza deroga Amato, che riguarda lavoratori discontinui, intermittenti o part time. Chi ha svolto lavori di questo genere, per lo più saltuari, può ottenere la pensione con 15 anni di contributi. Però occorre rispettare determinate condizioni. Infatti il primo versamento deve essere antecedente il 1996, dal momento che è una misura che non riguarda i nuovi iscritti. Inoltre occorre che almeno 10 anni di contributi siano trascorsi con periodi di lavoro e di copertura contributiva inferiori all’anno. In pratica, almeno 10 anni del proprio estratto conto contributivo devono avere meno di 52 settimane di contributi accreditati. E 52 settimane di contributi non sono altro che la copertura completa di un anno.
Si …le deroghe amato sono valide ancora oggi . Quello che NON dite e che è aumentata l’età per la pensione a 67 anni e alcuni mesi…con la Fornero .ma come ??? quando ,come nel caso di mia moglie che ha pagato i contributi volontari prima del 92 per raggiungere i 15 anni , l’accordo era la pensione a 61 anni??. Non e un diritto acquisito questo? . complimenti ai NS. Governanti,gente onesta che loro si vanno in pensione dopo 5 anni . Maledetti loro e chi ancora gli crede.