Pensioni 2024 subito anche prima dei 60 anni, ecco tutte le misure

Quali sono e chi può sfruttare le poche misure utili per andare in pensione nel 2024 prima di aver compiuto i 60 anni di età.
7 mesi fa
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In pensione a 60 anni e 4 mesi
Foto © Pixabay

Probabilmente la principale domanda che si pongono tutti i lavoratori è sempre la solita: quanti anni di contributi servono per andare in pensione? Se questa domanda se la pongono coloro che nel 2024 compiono 60 anni di età, la risposta non può che essere una sola: servono molti anni di contributi per poter uscire dal lavoro a un’età così bassa.

Non sempre però è così, perché esistono alcune misure che consentono di andare in pensione anche senza raggiungere i livelli elevati di contributi previsti dalle pensioni anticipate senza limiti anagrafici.

In risposta ai tanti quesiti che ci arrivano, oggi vediamo proprio le possibili alternative al pensionamento una volta raggiunti i 60 anni di età. Ecco pertanto una sintetica guida a quello che passa il sistema e a ciò che si può fare per anticipare la quiescenza prima di aver compiuto i 60 anni.

Pensioni 2024 subito anche prima dei 60 anni, ecco tutte le misure

Per avere la certezza di poter lasciare il lavoro prima di aver compiuto i 60 anni di età, non si può prescindere dalle pensioni anticipate ordinarie. Queste prestazioni non prevedono un limite anagrafico e possono essere sfruttate a prescindere dall’età del diretto interessato.

Un lavoratore quindi può uscire dal lavoro con queste misure semplicemente rispettando i requisiti prestabiliti, che sono sostanzialmente tutti contributivi. Per poter andare in pensione con questa misura, il vincolo da raggiungere è quello dei 42 anni e 10 mesi di contributi versati se il richiedente è un uomo, oppure basta raggiungere 41 anni e 10 mesi di contributi versati se la richiedente è una donna.

In entrambi i casi, bisogna attendere tre mesi di finestra per il pensionamento e soprattutto bisogna maturare almeno 35 anni effettivi di lavoro, senza utilizzare per il calcolo i contributi figurativi da disoccupazione o da malattia.

La quota 41 per i lavoratori precoci: anche 60 anni possono bastare

Anche in questo caso, senza alcun limite di età ma con qualche anno di contributi in meno da accumulare, ci sarebbe anche la quota 41 per i lavoratori precoci.

Si tratta di una misura che permette il pensionamento a quanti appartengono alternativamente a delle specifiche categorie. Parliamo di invalidi civili che hanno almeno il 74% di invalidità civile, ma anche di disoccupati che hanno perso la Naspi da almeno tre mesi dopo averla percepita interamente.

Altra categoria utile alla quota 41 per i precoci è quella dei lavori gravosi, comprendendo tutti coloro che rientrano in una delle 15 categorie previste dalla normativa vigente e che svolgono tali attività da almeno sette degli ultimi dieci anni o da almeno sei degli ultimi sette anni.

Infine, i caregiver che da sei mesi assistono un familiare disabile grave con cui convivono nello stesso immobile. Anche se con interni diversi nel caso di condomini. E con finestra di tre mesi per la decorrenza, come la pensione anticipata ordinaria citata nel paragrafo precedente.

Le donne prima dei 60 anni in pensione nel 2024? Sì, si può fare, ecco perché è più facile che per gli uomini

Le donne per la pensione a 60 anni di età o prima, viaggiano su binari diversi dagli uomini. Infatti, hanno un paio di misure che consentono l’accesso alla quiescenza prima dei 60 anni. Una su tutte è la pensione con invalidità specifica. Una pensione di vecchiaia che si centra con 20 anni di contributi e a partire dai 56 anni di età per le donne. E dai 61 anni di età per gli uomini. È necessario rispettare una finestra di 12 mesi per la decorrenza e serve una invalidità specifica dell’80%.

Finestra di 12 mesi anche per l’altra misura dedicata alle donne, che in alcuni casi consente il pensionamento anche a 59 anni di età. Si tratta della famosa Opzione Donna, una misura che favorisce le uscite anticipate per le lavoratrici.

Anche se obbliga ad accettare un ricalcolo contributivo della prestazione.

Non tutte le donne possono andare a riposo con Opzione Donna, e non tutte a 59 anni di età

Opzione Donna è una misura dedicata solo a determinate tipologie di donne. Infatti, possono rientrare nella misura solo le invalide, le caregiver, le licenziate o le addette di aziende con tavoli di crisi aperti al ministero. L’uscita prevista è a 59 anni di età con 35 anni di contributi, purché completati entro l’anno precedente la domanda di pensione. Ma solo per licenziate e addette di aziende in crisi. Oppure per invalide e caregiver ma solo se hanno avuto due o più figli nella loro vita.

Perché senza figli, le appartenenti a queste due categorie possono uscire con opzione donna solo a partire dai 61 anni. Anche in questo caso completati insieme ai 35 anni di versamenti contributivi prima della fine dell’anno precedente). Con un solo figlio avuto invece, sempre invalide e caregiver possono uscire dal lavoro a partire dai 61 anni di età.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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