Anticipo TFS per statali in banca al via. I dipendenti pubblici che andranno in pensione o ci sono appena andati, possono adesso richiedere subito l’anticipo del TFS. Ma solo fino a 45 mila euro.
L’accordo quadro firmato dal governo con il ceto bancario ABI e riportato nel decreto di Agosto è appena stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E’ quindi operativa la procedure che permette ai dipendenti pubblici che vanno in pensione di ottenere l’anticipo in tutto in parte del TFS maturato.
Mancava infatti solo questo ultimo passaggio per rendere operativo l’accordo quadro fra Abi e i ministeri competenti per dare il via all’erogazione dei fondi per la liquidazione del trattamento di fine servizio fino a 45 mila euro. Una importante novità che permette al pensionato pubblico di non dover attendere i tempi biblici previsti dalla legge per incassare quanto dovuto. Normalmente il TFS è infatti pagato dopo 6 mesi dalla data di dimissioni. In molti casi si arriva anche a dover attendere 12 mesi se si va in pensione anticipata. Addirittura 18 mesi se si presentano le dimissioni volontarie.
Come funziona l’anticipo del TFS
Ma come funziona l’anticipo del TFS per i pensionati statali? In pratica, in base all’accordo quadro, la banca convenzionata con l’Inps potrà concedere fino a un massimo di 45 mila euro di anticipo sul TFS maturato spettante al lavoratore al momento del pensionamento. L’anticipo del TFS potrà essere ottenuto su espressa richiesta dell’interessato alla banca dopo aver ottenuto apposita autorizzazione dall’Inps o dall’ente previdenziale di appartenenza.
Entro 90 giorni dalla richiesta, l’ente di previdenza deve rilasciare la certificazione con l’indicazione dell’ammontare complessivo del TFS spettante. Con la certificazione così ottenuta, il pensionato potrà rivolgersi a uno degli istituti di credito aderenti all’accordo quadro per richiedere l’anticipo fino a 45 mila euro, anche se il TFS maturato è di importo superiore.
Il tasso d’interesse per anticipo TFS
All’atto pratico, si tratta di un vero e proprio finanziamento oneroso a tasso d’interesse calmierato con cui la banca anticipa il TFS dietro il rilascio di specifiche garanzie. Il tasso di interesse annuo fisso è stabilito in base al rendimento medio dei titoli pubblici con durata analoga al finanziamento e con una maggiorazione dello 0,4%.
Sarà quindi sottoscritto un contratto col pensionato mediante il quale la banca diventerà titolare del credito TFS. L’Inps o altro ente pensionistico sarà informato della stipula del contratto e sarà tenuto a corrispondere il TFS anticipato, in tutto o in parte secondo quanto stabilito fra le parti, alla banca che ha prestato i soldi al pensionato.
TFS anticipato è un prestito bancario garantito
L’accordo quadro pubblicato in gazzetta ufficiale riporta in allegato la modulistica da presentare sia all’ente di previdenza che alla banca finanziatrice. Tali moduli sono comunque già a disposizione dei clienti e dei pensionati qualora decidessero di recarsi allo sportello per richiedere l’anticipo del TFS. Cosa importante da ricordare, comunque, è che prima di presentarsi in banca occorre avere in mano la certificazione del credito TFS maturato. Ciò costituisce garanzia sulla quale la banca erogherà il prestito.
Finalmente, dopo oltre un anno di attesa, oggi i dipendenti pubblici potranno ottenere un anticipo del TFS dopo il pensionamento. Senza dover attendere anni per la liquidazione spettante. La riforma Fornero del 2012 aveva infatti allungato i tempi di liquidazione del TFS di 12 mesi (24 in caso di dimissioni e tempi più lunghi se si esce con quota 100 o altre forme di pensionamento anticipato) per i dipendenti pubblici. Una riforma che ha creato grandi disparità di trattamento fra lavoratori pubblici e privati (il cui TFR normalmente è pagato dopo un mese dal termine del rapporto di lavoro).