Poche le novità introdotte in materia previdenziale dall’ultima legge di Bilancio. Pochi anche gli strumenti di pensionamento realmente anticipato, fatta eccezione per la proroga di Ape sociale, Opzione Donna e Quota 103. Nessuna riforma strutturale delle pensioni. Ecco perché, per chi guarda ai prossimi anni con la speranza di nuovi interventi nella prossima manovra, ma intanto deve fare i conti con le misure attive anche per l’anno venturo, bisogna fare di necessità virtù.
È il momento di sfruttare ciò che “passa il convento”, come si dice in questi casi. Vale a dire: cercare e valutare le misure che consentono l’accesso anticipato alla pensione rispetto ai requisiti ordinari.
Oggi parliamo di una misura su cui molti lavoratori potrebbero fare affidamento, ma solo con il consenso del datore di lavoro. Una sorta di prepensionamento. Ne parliamo perché si può ormai dire che, in tema di pensioni, è arrivata l’ultima chiamata per i nati fino al 1966, che potrebbero accedere al prepensionamento a 60 anni. E non è cosa da poco.
Pensioni, ultima chiamata per i nati fino al 1966 per il prepensionamento a 60 anni
Molti considerano la legge Fornero il male assoluto, poiché ha introdotto un inasprimento dei requisiti pensionistici tuttora vigente. Tuttavia, è proprio la riforma Fornero ad aver introdotto una misura particolare, a metà strada tra prepensionamento e scivolo per gli esuberi aziendali: l’Isopensione.
Questa misura consente di anticipare l’uscita dal lavoro fino a 4 anni rispetto ai requisiti ordinari per la pensione anticipata e di vecchiaia, ma da tempo è stata potenziata, arrivando fino a 7 anni di anticipo. Sarà attiva fino al 31 dicembre 2026, sempre con questo margine massimo.
Ciò apre la porta al pensionamento per i nati fino al 1966, poiché chi è nato in quell’anno compirà 60 anni proprio nel 2026 e potrebbe essere, salvo proroghe, l’ultima classe anagrafica a godere del massimo vantaggio previsto.
Isopensione per i nati nel 1966, ecco chi potrà nel 2026
L’alternativa alle pensioni ordinarie, disciplinate dalla legge Fornero (67 anni di età con almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia; oppure 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne per la pensione anticipata), può ancora essere l’Isopensione.
Come detto, possono accedere a questo canale di uscita anticipata coloro che si trovano a 7 anni di distanza da uno dei due requisiti sopra indicati. Ossia, chi ha almeno 60 anni di età e 20 anni di contributi. Oppure chi ha maturato 35 anni e 10 mesi di contributi (uomini) o 34 anni e 10 mesi (donne).
Attenzione, però: esistono vincoli precisi. In primo luogo, la misura è riservata esclusivamente ai lavoratori del settore privato. I dipendenti pubblici non hanno accesso all’Isopensione. Questa esclusione fu stabilita già con la riforma Fornero del 2012, anno di nascita della misura. Successivamente, con la legge di Bilancio del 2018, l’Isopensione è stata potenziata portando da 4 a 7 gli anni di anticipo concessi.
In pensione a 60 anni? Ok, ma servono diversi passaggi per l’Isopensione
Solo i lavoratori del settore privato possono accedere all’Isopensione, a condizione che l’azienda per cui lavorano abbia almeno 15 dipendenti.
Questo requisito non si è mai modificato e sarà valido anche nel 2026, quando i nati nel 1966 potranno sfruttare questo canale di uscita anticipata.
Tuttavia, la procedura non può essere avviata direttamente dal lavoratore. È necessario che l’azienda attivi l’iter, presentando domanda al Ministero e all’INPS per l’apertura di una procedura di esodo incentivato.
Spetta quindi all’azienda avviare il meccanismo, poiché da un lato vi è il vantaggio per i lavoratori che possono uscire prima dal mondo del lavoro, e dall’altro l’opportunità per l’impresa di gestire gli esuberi in modo concordato.
Serve inoltre un passaggio fondamentale: un accordo sindacale con le rappresentanze aziendali più rappresentative. Saranno datore di lavoro e sindacati a decidere quanti e quali lavoratori collocare in prepensionamento. Spetterà poi al singolo lavoratore accettare o meno la proposta di uscita.
È importante ricordare che la prestazione è erogata dall’INPS con le stesse modalità delle normali pensioni, ma è interamente finanziata dall’azienda, compresi i contributi figurativi da versare per il periodo che precede la maturazione della pensione ordinaria.
2 minuti di lettura? No incazzatura.
Quello lì, 5000 € al mese di stipendio e gli date la pensione faraonica.
Ma che coraggio avete di pubblicare queste cose qui?
Per i nati nel 1966 disoccupati da 4-5 anni con 28 anni di contributi? Cosa fare? Grazie
Patrizio
Per i nati nel 1963 con 30 anni di versamenti, in affitto. Isee bassissimo. Nucleo familiare solo io. Cosa le aspetta ??