Nel corso di un convegno tenutosi due giorni fa a Roma, il segretario confederale della UIL, Domenico Proietti, ha messo in evidenza quelle che sono le reali problematiche dei pensionati di oggi che nel corso del tempo ossia dal 2011 in avanti, hanno subito una perdita di potere di acquisto di oltre il 50%. Se si prende a riferimento una pensione di 1.500 euro.
Ecco quali potrebbero essere le possibili soluzioni.
Le vie per cambiare direzione sulle pensioni. I suggerimenti della UIL
Secondo Proietti “In Italia esiste il problema dell’adeguatezza delle pensioni in essere, profondamente indebolite da 11 anni di mancata rivalutazione”.
La richiesta al Governo è quella di “aggiornare i criteri con i quali ad oggi è valutata l’indicizzazione, basati sul paniere Foi (Famiglie di Operai e Impiegati) che non rispecchia a pieno le reali spese sostenute dalla fascia più anziana della popolazione”.
Il riferimento è all’adeguamento del c.d. meccanismo di perequazione delle pensioni.
Ma questa, insieme all’estensione della quattordicesima per le pensioni fino a 1.500, si veda a tal fine il messaggio Inps n°2549/2017, non è l’unica soluzione.
Infatti, il segretario UIL suggerisce un pronto intervento sulla tassazione ossia sulla no tax area pensionati.
L’attuale no tax area pensionati. I possibili correttivi
Con l’intervento della legge di bilancio 2022, il legislatore ha rivisto al rialzo la no tax area pensionati.
In particolare è stata ampliata la prima soglia di reddito per cui spetta la detrazione per tipologia di reddito (redditi da pensione), soglia di reddito che è stata elevata da 8.000 euro a 8.500 euro (no tax area pensionati); per tale soglia la detrazione viene innalzata da 1.880 euro a 1.955 euro, con una misura minima di detrazione pari a 713 euro.
La conseguenza pratica è che per i redditi da pensione fino a 8.500 euro non è dovuta Irpef; per effetto dell’aumento della detrazione per tipologia di reddito da 1880 a 1995 (articolo 13, comma 3, lett. a) del DPR 917/86).
Infatti, 1995 euro è pari all’importo dell’Irpef che si dovrebbe pagare per i redditi fino a 8.500 (8.500*23%).
Secondo il segretario confederale della UIL, Domenico Proietti, la no tax area andrebbe ulteriormente innalzata fino a raggiungere quella dei lavoratori dipendenti.