Per andare in pensione nel 2022 con la Quota 41 il tempo stringe: ecco cosa fare

Poco tempo ancora per presentare domanda di pensione con quota 41. Chi può accedere e quali requisiti servono.
3 anni fa
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pensione

Ancora poco tempo per poter andare in pensione con quota 41. Scade infatti il 1 marzo il termine per presentare domanda di pensionamento riservata ai lavoratori precoci con almeno 41 anni di contributi.

Da qui “quota 41” che sta appunto ad indicare gli anni di lavoro che bisogna aver svolto per andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica. Anche se non è questo l’unico requisito che bisogna possedere per ottenere la rendita.

Quota 41, domande entro il 1 marzo

L’altro requisito indispensabile, in base alla legge n.

232 del 2016,  è quello di aver versato  almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età e prima del 1996. Caratteristica che contraddistingue i lavoratori precoci da tutti gli altri.

Quota 41 è quindi una forma di pensionamento anticipata, in deroga alle regole della riforma Fornero, che permette di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei 67 anni di età.

La domanda di verifica dei requisiti deve essere presentata all’istituto pensionistico di appartenenza. Ricevuto il via libera, si potrà presentare domanda di pensione con quota 41. Generalmente l’istanza è presentata contestualmente il 1 marzo e la pensione parte tre mesi dopo la maturazione del requisito contributivo (finestra).

Oltre tale data la domanda di verifica sarà comunque accettata, ma non è detto che l’ente previdenziale poi riconosca la pensione. L’accettazione delle istanze è riconosciuta, infatti, solo nell’ambito di specifici vincoli di bilancio annuali. Pertanto se i fondi risultassero insufficienti l’interessato, benché in possesso dei requisiti, potrebbe subire un posticipo nella decorrenza della prestazione.

Altri requisiti da rispettare

Per beneficiare del diritto alla pensione con quota 41 è necessario far valere anche un altro requisito, uno stato sociale precario o di disagio:

  • trovarsi in stato di disoccupazione a seguito di perdita involontaria del posto di lavoro e risultare disoccupati da almeno tre mesi dall’evento:
  • assistere da almeno sei mesi un parente di primo grado o il coniuge affetto da handicap grave;
  • avere capacità lavorativa ridotta accertata ai fini dell’invalidità civile pari o superiore al 74;
  • svolgere attività lavorative usuranti da almeno sei anni negli ultimi sette prima della domanda di pensione;
  • essere lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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