Il problema a delle pensioni è strettamente collegato con la crisi demografica. Da anni in Italia si fanno pochi figli e quindi in futuro ci sarà sempre meno supporto contributivo a sostegno delle pensioni dei lavoratori.
Partiti e sindacati, che non sempre inquadrano il problema per il verso giusto, sono preoccupati per il dopo quota 100, per come fare ad andare in pensione a 62 anni. E soprattutto per come fare a ottenere (ancora) una pensione che le future generazioni si sogneranno.
Le pensioni anticipate costano troppo
Questa è la visione miope di chi si preoccupa solo del proprio tornaconto.
E’ ormai evidente, checché se ne dica, che le pensioni anticipate non sono più sostenibili se non a caro prezzo. Inutile tentare di riproporre versioni modificate di quota 100 che, peraltro, è stato un errore macroscopico per il sistema pensionistico italiano.
Non che sia sbagliato andare in pensione a 62 anni, anzi molti Paesi europei prevedono uscite anticipate intorno a questa età. Il problema semmai è il quantum, cioè il livello di pensione erogato a 62 anni per un tempo più lungo rispetto a chi ci potrà andare solo a 67 anni. E qui ci si riferisce più che altro alle storture del sistema di calcolo retributivo e misto, particolarmente oneroso per lo Stato.
Chi fa figli, può lasciare il lavoro prima
Così balza all’attenzione la proposta lanciata dal ex commissario alla spesa pubblica, Carlo Cottarelli, all’alba della riforma pensionistica per il dopo quota 100. Cioè di concedere la pensione anticipata solo a chi fa figli. Una provocazione più che una vera e propria proposta di riforma.
Risolvere il problema proponendo alternative a quota 100, piuttosto che altri escamotage per aggirare la Fornero, lascia il tempo che trova.
con pochi figli ci saranno meno lavoratori a produrre ciò che è necessario per gli anziani, obbligando questi a ritardare il pensionamento. Servirebbe un meccanismo premiante: chi fa figli vada in pensione prima.
Del resto i dati sulle nascite sono allarmanti. Il 2021 si chiuderà con meno di 400 mila nati, contro i il milione degli anni sessanta, il decennio dei baby boomers. Proprio alla fine di quel periodo fu varata la riforma delle pensioni basata sul calcolo dell’assegno col sistema retributivo. Riforma probabilmente sostenibile solo con quel trend demografico.