In base a quanto si legge su diversi media, c’è una particolare tendenza che accompagna una delle principali fabbriche italiane. Parliamo di Stellantis e della tendenza alle dimissioni volontarie da parte dei lavoratori. Siamo a Melfi, in provincia di Potenza, in Basilicata. Melfi è sede di un noto stabilimento Stellantis. Il colosso dell’automotive, nato dalla fusione tra FCA e PSA, cioè tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot, avrebbe offerto incentivi ai dipendenti per le dimissioni volontarie. Questo è ciò che si apprende da siti locali in Basilicata. In quel boom di richieste di dimissioni, un incentivo da 80.000 euro. Per dimettersi ecco 80.000 euro, ed è boom di richieste naturalmente.
Per dimettersi ecco 80.000 euro, ed è boom di richieste
Non c’è impianto dell’ex Fiat, che oggi si chiama Stellantis, che non viva momenti tribolati. Anche lo stabilimento Stellantis sito in località San Nicola di Melfi non fa eccezione. Lunghi periodi di stop produttivo per l’azienda e lunghi periodi di cassa integrazione per i dipendenti. Questo a Melfi, ma anche in altri siti di Stellantis, è diventato una prassi. E allora ecco che l’azienda passa al piano B, ovvero al taglio di personale senza licenziamenti, favorendo l’uscita dei lavoratori tramite incentivi all’esodo. Per dimettersi ecco 80.000 euro, ed è boom di richieste quindi. Perché questi soldi si aggiungono al TFR maturato dal dipendente mese dopo mese durante gli anni di lavoro. E in più anche la possibilità di accedere alla Naspi nonostante le dimissioni.
Soldi ai dipendenti per le dimissioni, ecco gli incentivi all’esodo
Melfi è stato sempre uno degli stabilimenti principali del colosso Stellantis. Il momento non certo positivo favorisce quella che è una vera e propria corsa all’esodo. Ma sono sicuramente anche gli incentivi a favorire il fatto che sarebbero già 500 le richieste di adesione all’offerta.
Da Stellantis, quindi, per dimettersi ecco 80.000 euro, ed è boom di richieste, con 500 dipendenti dello stabilimento Stellantis di Melfi che avrebbero detto di sì all’offerta. Soldi per andare via dal lavoro, con un lavoro che, vista la crisi, offre meno garanzie del passato. Due fattori che messi insieme spingono inevitabilmente i lavoratori a scegliere di lasciare il posto di lavoro.
Meglio prendere soldi subito, gli operai forse pensano questo vista l’incertezza che regna
Sul sito “basilicata24.it” c’è una testimonianza di un lavoratore che, nero su bianco, dice che meglio la gallina oggi che un uovo domani, soprattutto se questo uovo non è sicuro. “Meglio prendere i soldi oggi piuttosto che aspettare l’anno prossimo. È chiaro che la situazione non migliorerà e ormai abbiamo capito come si concluderà”. Da questa dichiarazione del lavoratore si evince la preoccupazione per il futuro, visto che ormai da anni si va avanti con molta cassa integrazione e con poche settimane di lavoro al mese. Preoccupazione e incertezza, che in aggiunta al “regalo” da 80.000 euro hanno fatto già superare il limite dell’esodo previsto per il 2024 dall’azienda. Infatti, Stellantis pensava a 500 uscite, e invece la tendenza dimostra che sarebbero molte di più le adesioni per le dimissioni volontarie.
Non solo dipendenti anziani, 80.000 euro, Naspi e TFR fanno gola anche ai giovani
Fa troppo gola evidentemente il gruzzoletto che si può ottenere per lasciare il lavoro. Se consideriamo gli 80.000 euro, in aggiunta ai soldi maturati di TFR e ai due anni di Naspi con indennità mensile e pure con copertura figurativa, ecco che effettivamente la proposta difficilmente può lasciare insensibili. In genere, questo tipo di incentivo nasce per favorire l’uscita del personale più anziano, cioè per quelli prossimi alla pensione o a pochi anni di distanza dall’età pensionabile.
Invece pare che anche i più giovani stiano pensando all’incentivo.
Cambiando vita, portandosi dietro un bel gruzzoletto. In passato, alcune testimonianze di chi manifestava l’idea di accettare offerte di questo genere sono esplicative per capire il perché c’è chi, anche se ha trovato un buon lavoro presso una delle migliori aziende, dice addio. Magari per mettersi in proprio, sfruttando così i soldi dell’incentivo per avviare un’attività autonoma. Godendo anche dell’anticipo della Naspi, che per chi si mette in proprio può essere presa tutta insieme e in anticipo.
Complimenti prof.Mazzarella bellissimo articolo ma era nell’aria.