Per i bond in euro nessuna vera sorpresa dalla BCE, ma il meglio è alle spalle

Il board della BCE di ieri non contiene alcuna novità immediata per i bond in euro, anche se prospetta condizioni meno favorevoli
3 anni fa
1 minuto di lettura
Nuovi Eurobond a 7 e 30 anni
Nuovi Eurobond a 7 e 30 anni © Licenza Creative Commons

La riunione del board BCE di ieri non ha esitato alcuna sostanziale novità, come del resto era nelle attese dei mercati. Nessun rialzo dei tassi, mentre l’istituto ritiene che, in base agli ultimi dati macro, gli acquisti dei bond condotti con il “quantitative easing” saranno sospesi nel corso del terzo trimestre. Fino al board di marzo, erano previsti in 40 miliardi di euro al mese per il secondo trimestre, in 30 miliardi per il terzo e in 20 per il quarto. Adesso, restano confermati in 40 miliardi per aprile, 30 per maggio e 20 per giugno.

Dopodiché, nessuna certezza. Anzi, sembra che probabilmente da luglio non ci saranno più acquisti netti.

Per i bond in euro si tratta di condizioni meno favorevoli, venendo meno il principale driver della domanda di tutti questi anni. Ma ieri i rendimenti sovrani italiani sono scesi dopo la pubblicazione del comunicato BCE. Il BTp a 10 anni offriva fino al 2,36%. Nelle sedute precedenti era salito al 2,5%. Invece, il Bund decennale restava nei pressi dello 0,8%. Evidentemente, una BCE ancora “colomba” è percepita sui mercati come una garanzia per i titoli del debito più esposti al rischio tassi.

Bond in euro scontano rialzo tassi BCE nel medio termine

A marzo, l’inflazione nell’Eurozona è salita al 7,5%, mai così alta da quando esiste la moneta unica. Inevitabile l’impatto negativo sui bond in euro, i cui rendimenti sono aumentati e i prezzi scesi. Tuttavia, in termini reali non stanno tenendo il passo con la lievitazione dell’inflazione, per cui sono diventati ancora meno convenienti di qualche mese addietro, a meno di confidare in una ridiscesa dell’inflazione piuttosto veloce.

Secondo la “forward guidance”, confermata dal board di ieri, la BCE alzerà i tassi solo dopo che sarà trascorso un periodo dalla cessazione degli acquisti dei bond. Questo potrebbe implicare l’avvio della stretta monetaria nell’ultimo trimestre dell’anno, ipotizzando che già da luglio-agosto il QE sarà messo in soffitta.

Ad esempio, il titolo tedesco a 12 mesi è salito quest’anno da -0,6% a -0,35%, implicando che da qui a un anno la BCE alzerà i tassi sui depositi dall’attuale -0,5%, verosimilmente di un quarto punto percentuale.

[email protected] 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Bolla per i risparmiatori
Articolo precedente

Non era mai accaduto prima, i risparmiatori sono intrappolati in una bolla

OPA di Musk su Twitter
Articolo seguente

Elon Musk vuole comprarsi il 100% di Twitter, il prezzo nasconde un messaggio in codice e Trump può sorridere