Per il bonus benzina non serve domanda ma questo è un passaggio necessario

L'Agenzia delle entrate ha finalmente pubblicato una serie di chiarimenti sul bonus benzina, richiesti alcuni adempimenti al datore di lavoro
2 anni fa
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Accise sul diesel in rialzo?
Accise sul diesel in rialzo? © Licenza Creative Commons

Con la circolare n° 27, l’Agenzia delle entrate ha analizzato il bonus benzina previsto dal D.L. 21/2022, meglio conosciuto come decreto “Ucraina-bis”.

Grazie al decreto citato, i datori di lavoro privati possono riconoscere ai propri dipendenti buoni benzina sui quali non saranno dovute imposte alcune fino all’importo di 200 euro.  Per ottenere il bonus, il lavoratore non deve presentare alcuna domanda. E’ il datore di lavoro, impresa o professionista che sia, a decidere se concedere il bonus benzina o meno.

Il fatto che non sia necessaria presentare alcuna domanda per il bonus benzina, non vuol dire che il datore di lavoro non debba mettere in atto alcun adempimento.

Infatti, nella suddetta circolare, l’Agenzia delle entrate ha chiarito quali sono le scadenze e le regole che deve rispettare il datore di lavoro.

Si tratta perlopiù di regole operative che imprese e professionisti devono tenere bene a mente per non far perdere ai propri lavoratori la possibilità di beneficiare del bonus benzina.

Ecco cosa deve fare il datore di lavoro.

Il bonus benzina

I buoni benzina fino a 200 euro godono sia di un’esenzione fiscale che di quella contributiva. Questo trattamento agevolato è stato previsto dal Governo con l’art.2 del decreto “Ucraina-bis”.

In particolare, per l’anno 2022, l’importo del valore di buoni benzina o analoghi titoli ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di carburanti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito del dipendente.

Dunque, i buoni carburante riconosciuti da imprese e professionisti ai propri dipendenti, fino a 200 euro sono “esentasse”. I lavoratori non subiranno alcuna trattenuta fiscale o previdenziale in busta paga.

Tale limite di 200 euro può essere cumulato con quello di 258,28 euro, che individua la soglia di esenzione sia fiscale che contributiva dei cosiddetti «fringe benefits»(compresi ulteriori buoni benzina) riconosciuti ai dipendenti ex art.

51 comma3 del DPR 917/86, TUIR.

Il datore di lavoro può decidere di riconoscere il bonus a tutti i dipendenti, ad una parte di essi o anche ad un solo dipendente.

Difatti, sono ammessi trattamenti ad personam per il bonus benzina o buoni carburante. Sempreché gli stessi non siano erogati in sostituzione dei premi di risultato.

Cosa deve fare il datore di lavoro?

Per ottenere il bonus benzina, il lavoratore non deve presentare alcuna domanda.

Tuttavia, il fatto che non sia necessaria presentare alcuna domanda, non vuol dire che il datore di lavoro non debba mettere in atto alcun adempimento.

Infatti, nella suddetta circolare n°27, l’Agenzia delle entrate ha chiarito quali sono le scadenze e le regole che deve rispettare il datore di lavoro.

In particolare, il datore di lavoro riconosce il bonus benzina ai propri dipendenti, dovrà consegnare il voucher entro e non oltre il 12 gennaio 2023. Ciò in applicazione del principio di cassa allargato. Indipendentemente dalla data di successivo utilizzo del voucher/buono carburante da parte del dipendente.

Inoltre, l’Agenzia delle entrate ha espressamente chiarito che:

considerato che l’eventuale superamento delle soglie fissate da ciascuna delle due discipline – articolo 51, comma 3, del TUIR e articolo 2 del d.l. n. 21 del 2022 – comporta, in linea di principio, l’integrale tassazione delle erogazioni effettuate a favore del dipendente, si ritiene che le stesse debbano essere conteggiate e monitorate in maniera distinta.

Il bonus benzina rappresenterà per l’impresa un costo deducibile dal reddito.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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