Perché a questi pensionati non spetta l’aumento di ottobre

Chi prende pensioni superiori a una certa soglia non beneficerà della rivalutazione anticipata a ottobre prevista dal decreto Aiuti bis. Restano fuori quasi 4 milioni di beneficiari.
2 anni fa
1 minuto di lettura
pensioni
I pensionati 2021 rischiano un ritocco dell'assegno se passasse la riforma Fornero?

Con il pagamento della pensione di ottobre scattano anche gli aumenti previsti dal decreto Aiuti bis. Una misura straordinaria voluta dal premier Draghi per contrastare l’inflazione mediante la rivalutazione anticipata e parziale degli assegni 2023.

Non tutti, però, beneficeranno degli incrementi programmati dal governo che, come già detto, sostituiscono la ripetizione del bonus da 200 euro già erogato a luglio. Solo coloro che hanno redditi fino a 35 mila euro godranno della rivalutazione anticipata.

Rivalutazione anticipata delle pensioni, quanto si prende

L’incremento della pensione è previsto nella misura del 2% per circa 12,5 milioni di pensionati.

Un acconto che il governo ha stabilito sulle risultanze dell’inflazione dei primi sei mesi del 2022.  Riguarda le persone che percepiscono un reddito da pensione fino a 35 mila euro all’anno. Cioè 2.692 euro al mese per tredici mensilità.

A conti fatti, per chi prende una pensione di questo tipo, si tratta di un incremento di circa 700 euro all’anno per il 2022. Quindi circa 54 euro per tredici mensilità. Soldi che saranno pagati col cedolino di ottobre, ma solo per le ultime tre mensilità dell’anno, compreso il rateo di tredicesima.

Se andiamo a guardare quanto costa per ogni pensionato la misura del decreto Aiuti bis, salta fuori che lo Stato spenderà circa 167 euro a testa. E questo per ogni beneficiario che percepisce 2.692 euro al mese. Chi prende di meno avrà incrementi minori.

Chi resta escluso

Considerato che la soglia limite per ottenere della rivalutazione anticipata è rimasta, come per il bonus da 200 euro, 35 mila euro, gli esclusi saranno meno di 4 milioni di persone. Per costoro, però, nulla è perduto perché, in ogni caso, il diritto alla rivalutazione della pensione spetta anche a loro.

Ma a partire da gennaio 2023 quando il Ministero dell’Economia decreterà in via ufficiale la misura della perequazione automatica sulla scorta dei dati definitivi dell’inflazione elaborati dall’Istat.

Come, del resto, avviene ogni anno.

Ricordiamo che per coloro che percepiscono pensioni superiori a 2.692 euro al mese e non rientrano nelle agevolazioni del decreto Aiuti bis, la rivalutazione avverrà dal 2023 nella seguente misura percentuale:

  • 100% per importi fino a 2.6062,32 euro al mese;
  • 80,9% per importi da 2.602,33 e 2.577,90 euro al mese;
  • 77,4% per importi superiori a 2.577,91 euro al mese.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Bollette gas: si teme per l'inverno
Articolo precedente

Bollette luce e gas: grazie alla domotica si risparmiano 200 euro l’anno

bonus trasporto ottobre
Articolo seguente

Il bonus trasporti fino a 60 euro, potrebbe diventare una misura strutturale