È possibile presentare una domanda di ricostituzione della pensione per far valere la contribuzione che l’INPS non ha utilizzato nella prima liquidazione del trattamento. Oppure, sempre tramite la ricostituzione, si può richiedere di considerare situazioni reddituali che danno diritto a emolumenti aggiuntivi. In alternativa, si può chiedere il ricalcolo della pensione per variazioni delle condizioni di alcuni familiari che, da autonomi redditualmente, sono diventati a carico del pensionato. Infine, è possibile richiedere all’INPS di applicare maggiorazioni sociali, incrementi al milione, integrazioni al trattamento minimo e qualsiasi altra somma aggiuntiva sulla pensione spettante, collegata ai propri redditi.
Un argomento da approfondire perché può essere confuso con le opzioni menzionate sopra. Per questo agli interessati diciamo: perché accontentarsi? Ecco come prendere una pensione supplementare e cosa serve per ottenere ciò che spetta di diritto.
Perché accontentarsi, ecco come prendere una pensione supplementare e cosa serve
Sovente, dopo il pensionamento, c’è chi cambia lavoro, magari passando dal lavoro dipendente al lavoro autonomo, cambiando così gestione e versamenti.
Con il termine pensione supplementare si fa riferimento a una prestazione che l’INPS eroga dietro domanda, a soggetti che vantano una contribuzione non utilizzata per la liquidazione della loro pensione. In pratica, si tratta di una prestazione destinata a soggetti già pensionati, che hanno continuato a versare contributi in un fondo dell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) diverso da quello da cui percepiscono già un trattamento pensionistico.
Questa opportunità è riservata, per esempio, a soggetti già pensionati dal FPLD (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti) senza diritto alla pensione nella Gestione artigiani e commercianti, dove magari hanno continuato a versare come autonomi dopo la liquidazione della pensione.
Può essere anche il contrario, oppure può essere il caso di chi ha versato in un Fondo sostitutivo, esclusivo o esonerativo dell’AGO.
Pensione doppia, ecco alcuni esempi
Lo strumento della pensione supplementare può essere alternativo alla ricongiunzione o alla totalizzazione. In questi casi, il lavoratore decide di unificare in un’unica gestione i propri contributi. Con la pensione supplementare, invece, si chiede una nuova pensione al Fondo a cui sono stati versati i contributi. Purché non siano sufficienti per il riconoscimento di un autonomo diritto alla pensione in quel Fondo. Il diretto interessato prenderà quindi una seconda pensione in aggiunta alla prima già in corso di fruizione.
Il tipico esempio è quello del pensionato ex INPDAP, che ha ottenuto la pensione dopo aver versato contributi nel Pubblico Impiego. Se, dopo tale liquidazione, ha versato contributi nel FPLD (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti) per 7 anni, può richiedere una seconda prestazione all’AGO.
Un altro esempio può essere quello del contribuente già in pensione come dipendente, che ha versamenti mai usati nella Gestione Separata. In questo caso, al compimento dei 67 anni di età o dopo, il diretto interessato può chiedere la pensione supplementare alla Gestione Separata INPS. Questa facoltà, se si verificasse il contrario (pensione principale erogata dalla Gestione Separata), non potrebbe essere sfruttata. In tal caso, per evitare di lasciare contributi silenti, la soluzione passerebbe per cumulo e ricongiunzione.
Buongiorno,
gentilmente gradirei avere notizie sui contributi versati all’Enasarco per 4-5 anni, possono essere recuperati ? possono avere un ruolo nella maggiorazione Pensione ? oppure sono solo persi ? io sono in pensione da anni avendo fatto 42,10 mesi di contribuzione Inps ma quei 5 anni di doppia contribuzione Inps più Enasarco devo considerarli persi ?
Grazie e Cordiali Saluti