Con 20 anni di contributi, la pensione può arrivare a 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini. Ma solo con un’invalidità pensionabile. Tuttavia, ottenere questo riconoscimento da parte dell’INPS non è affatto semplice. Con 20 anni di contributi, i lavoratori che raggiungono i 67 anni possono naturalmente accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria. Considerata la misura principale nel sistema previdenziale. Esiste però anche la pensione anticipata contributiva, che consente di andare in pensione sempre con 20 anni di versamenti. Ma a 64 anni di età.
Perché c’è chi può prendere la pensione a 63 anni anche con 20 anni di contributi?
Prima di parlare delle pensioni a 63 o 66 anni, è utile chiarire alcuni aspetti. Iniziamo dalle differenze tra pensioni anticipate contributive e pensioni di vecchiaia ordinaria. La prima misura è accessibile a partire dai 64 anni di età, mentre la seconda a partire dai 67 anni. La pensione di vecchiaia è disponibile per tutti i lavoratori, con l’unico vincolo per i contributivi puri di raggiungere un importo pari all’assegno sociale, altrimenti non è possibile accedervi.
La pensione anticipata contributiva, invece, come suggerisce il nome, riguarda esclusivamente i lavoratori contributivi puri, ovvero coloro che hanno iniziato a versare contributi alla previdenza obbligatoria dopo il 1° gennaio 1996.
Pensione a 63 o 64 anni, oppure a 66 e 67 anni: altre differenze tra vecchiaia e pensioni anticipate
La pensione di vecchiaia non prevede limiti di importo per ottenere il trattamento, fatta eccezione per il piccolo vincolo citato per i contributivi puri. La pensione anticipata contributiva, invece, presenta requisiti molto più stringenti. Sia per gli uomini che per le donne, o per le lavoratrici senza figli, l’importo della pensione deve essere pari a 3 volte l’assegno sociale.
Per le lavoratrici madri con più figli, la soglia scende notevolmente, arrivando a 2,6 volte l’assegno sociale. Per quelle con un solo figlio, la soglia è di 2,8 volte. Ma i vantaggi per le lavoratrici madri non finiscono qui, poiché esiste la possibilità di andare in pensione a 63 o 66 anni, riservata a chi ha avuto più figli.
Ecco i vantaggi per le lavoratrici sia per la vecchiaia che per le pensioni anticipate contributive
Come accennato in precedenza, entrambe le misure richiedono una carriera minima di 20 anni e offrono vantaggi in termini di età pensionabile per le lavoratrici madri. Le donne che hanno avuto tre o più figli possono beneficiare di un anno esatto di sconto sull’età pensionabile. Ogni figlio può valere, su richiesta dell’interessata, una riduzione di 4 mesi sull’età di uscita. Questo vale sia per le pensioni di vecchiaia ordinaria che per le pensioni anticipate contributive.
Ad esempio, una lavoratrice con un figlio può chiedere di andare in pensione con la vecchiaia a 66 anni e 8 mesi. Una lavoratrice con due figli può presentare richiesta di quiescenza a 66 anni e 4 mesi, mentre con almeno 3 figli la domanda può essere presentata a 66 anni. Se l’obiettivo è la pensione anticipata contributiva, con lo stesso meccanismo e le stesse riduzioni in base ai figli avuti, l’età scende rispettivamente a 63 anni e 8 mesi, 63 anni e 4 mesi, o 63 anni esatti.