Anche sulle pensioni si pagano le tasse, tanto come sullo stipendio. Non c’è alcuna differenza essendo le rendite pubbliche o private considerate reddito imponibile a tutti gli effetti. Pertanto quando si termina di lavorare non si versano più i contributi (che non sono tasse), che sono quelli che pesano sulla busta paga di un lavoratore dipendente, ma si continuano a versare le imposte Irpef.
Nulla cambia dal punto di vista fiscale, quindi, andando in pensione. Se non che il reddito disponibile sarà più basso, anche se non di tanto, rispetto alla retribuzione.
L’Inps o le altre casse pensionistiche di categoria riconosciute agiscono da sostituto d’imposta al pari del datore di lavoro che versa mensilmente le quote Irpef per conto del contribuente.
Quante tasse si pagano sulla pensione
A tal proposito ci scrive una ex impiegata di una ditta tessile che è appena andata in pensione e chiede chiarimenti.
“Sono in pensione da circa sei mesi e noto che sull’assegno gravano molte tasse e alla fine la differenza, al lordo, fra lo stipendio che prendevo come dipendente e la pensione dell’Inps è ampia. Però, al netto, prendo molto meno. Perché?”
Di principio bisogna sapere che lo stipendio lordo è tassato alla fonte in base alle aliquote Irpef previste dalla normativa vigente e che, oltre a ciò, il datore di lavoro trattiene il 33% della retribuzione da destinare all’Inps sotto forma di contribuzione previdenziale. I versamenti all’Inps sono obbligatori e ripartiti in una quota a carico del lavoratore (9,19%) e una quota a carico del datore (23,81%).
Cosa vogliamo dire con questo? Che sullo stipendio lordo ci sono più gravami che sulla pensione dell’Inps. Fra Irpef, addizionali e contributi obbligatori, sullo stipendio lordo ci sono più trattenute.
Proprio perché non esiste la pensione senza tasse in Italia. Al contrario di quanto avviene in Germania dove la pensione non è tassata, ma si pagano imposte sui versamenti contributivi (da noi no).
Le nuove aliquote fiscali 2024 e la no tax area
Vale la pena ricordare che dal 1° gennaio 2024, la riforma fiscale ha previsto nuove aliquote Irpef che sono applicate, sia sulle retribuzioni che sulle pensioni. In particolare sono stati ridotti gli scaglioni di reddito da 4 a 3 e ampliata la prima fascia di applicazione in base al seguente schema:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
- 43% per i redditi che superano 50.000 euro.