Perché il BTp giugno 2025 (IT0005090318) è un indice di tutto il mercato sovrano italiano

Il BTp giugno 2025, con durata residua di circa 6 anni, capta l'andamento di tutto il mercato dei titoli di stato italiani. Vediamo in che senso e perché offre buone notizie per questo mese di luglio.
5 anni fa
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BTp Valore e bond ordinari del Tesoro a confronto
BTp Valore e bond ordinari del Tesoro a confronto © Licenza Creative Commons

In attesa che la BCE comunichi l’esito della sua quinta riunione del board per quest’anno, il rendimento dei BTp a 10 anni è sceso sotto l’1,50%, ai minimi dal 2016. Lo spread BTp-Bund decennale stringe anch’esso in area 185 punti base. Siamo ben lontani dai livelli di solo qualche mese fa, quando alla fine di maggio il bond a 10 anni offriva ancora il 2,70% e lo spread si aggirava sopra i 250 bp. Il mercato ha aspettative molto accomodanti sulle prossime mosse di politica monetaria nell’Eurozona e sconta così una forte riduzione dei rischi a carico del debito pubblico dell’Italia.

A favorire la discesa odierna dei rendimenti contribuiscono anche le dichiarazioni distensive del vicepremier Matteo Salvini, le quali allontanerebbero lo spettro della crisi di governo dopo le tensioni esplose nei giorni scorsi sul cosiddetto “Russiagate”. Il premier Giuseppe Conte ha concesso alla Lega il “sì” dell’esecutivo alla TAV, un fatto che viene accolto positivamente dal Carroccio.

Perché la crisi nel governo per ora non scalda spread e rendimenti BTp

Per il Tesoro, il crollo dei rendimenti sono solo buone notizie. Nei primi due mesi dell’anno, il rendimento medio ponderato dei nostri BTp si aggirava intorno al 2% sul mercato secondario, stando al Rendistato della Banca d’Italia. A giugno, lo stesso indice scendeva all’1,69%, perdendo così circa 35 centesimi in pochi mesi. A regime, ciò implica risparmi a carico dei contribuenti per 7 miliardi all’anno, in forma di minori interessi. Parliamo di una prospettiva di lungo periodo, dato che la durata media residua dei nostri bond emessi risulta prossima ai 7 anni.

L’indicatore del BTp giugno 2025

Il BTp giugno 2025 e cedola 1,50% (ISIN: IT0005090318) coglie proprio l’andamento dei rendimenti medi ponderati di tutto il nostro debito sovrano negoziabile. Monitorando i suoi rendimenti nei primi sei mesi dell’anno, abbiamo trovato una corrispondenza praticamente perfetta con i dati del Rendistato.

In media, essi sono risultati superiori ai secondi di 2,2 punti base, una sciocchezza. Qual è il segnale per luglio? Ad oggi, questo titolo ha offerto nel mese la media dell’1,095%, per cui dovremmo attenderci una discesa del rendimento medio ponderato di tutti BTp quotati sotto l’1,10%, un fatto che ci farebbe tornare ai minimi dall’aprile 2018, quando la nascita del governo Conte non era nemmeno nell’aria. Su base mensile, sarebbe una discesa di circa 60 centesimi, pari a 12 miliardi di interessi annui in meno da pagare a regime.

Perché il BTp giugno 2025 di fatto esprime l’andamento generale del nostro mercato sovrano? Per la sua durata residua, esso costituisce attualmente il “benchmark” di riferimento per la scadenza a 6 anni, che coincide pressappoco anche con la durata residua media dello stock del debito pubblico. L’aspetto ancora più interessante sta nel fatto che oggi questo bond rende lo 0,91%, per cui se i suoi rendimenti nelle prossime settimane si attestassero intorno ai livelli attuali, i risparmi ottenibili per lo stato crescerebbero ulteriormente. Si tratta di benefici potenziali, perché i dati fanno riferimento ai BTp già emessi e negoziati sul secondario, in relazione ai quali i costi per il Tesoro restano fissati alle condizioni pattuite in fase di collocamento.

Tuttavia, i rendimenti alle aste si muovono in sostanziale linea con l’andamento sul secondario. La discrepanza tra Rendistato e costi effettivi sostenuti dallo stato sulle nuove emissioni, ove esistesse, sarebbe dovuta all’eventuale diversa durata residua media dei nuovi titoli rispetto a quelli già circolanti. Tagliando la testa al toro e utilizzando il Rendistato/rendimento del BTp giugno 2025 come proxy per il costo del debito, otteniamo che rispetto alle previsioni di spesa per gli interessi contenute nella legge di Stabilità per il 2020 e basate su uno spread medio nell’anno di 240 punti base, i risparmi sarebbero intensi.

A questi livelli, a regime pagheremmo una quarantina di miliardi di euro in meno all’anno, liberando risorse per risanare i conti pubblici, anche se molto difficilmente le condizioni sui mercati resteranno così a lungo molto generose come oggi.

Rendimenti BTp vicini al punto minimo, ma attenti alle variazioni brusche del mercato

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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