Perché il BTp green offre rendimenti più alti del ‘Matusalemme’?

Il BTp green con scadenza 2045 offre attualmente un rendimento maggiore di quello esitato dall'acquisto del bond 2072.
2 anni fa
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BTp 2045 versus BTp 2072

E’ un momento non per tutti i bond nell’Eurozona. Il mercato sta prendendo di mira il comparto obbligazionario, specialmente quello denominato in euro. A pagare pegno sono ancora una volta soprattutto i titoli di stato italiani. Rendimenti in forte rialzo in questo mese di agosto, con lo spread in area 230 punti base. Riguardo alla classifica dei titoli più redditizi, logica vorrebbe che il podio spettasse alle scadenze più lunghe. Invece, le cose non stanno affatto così. Da diverse sedute, oramai, è il BTp green il bond italiano dal rendimento più alto.

Cosa c’è di strano? Il fatto che abbia come scadenza la data 1 aprile 2045 (ISIN: IT0005438004). Neppure lontanamente vicina all’1 marzo del 2072, quando scade il secondo BTp “Matusalemme”, emesso dal Tesoro dopo quello con scadenza 1 marzo 2067.

BTp green, confronto con scadenza 2072

Il BTp green offriva ieri un rendimento del 3,83% contro il 3,67% del Matusalemme. A proposito, quest’ultimo è così chiamato informalmente per via proprio della sua lunga durata. Vi starete chiedendo come sia possibile che un titolo di stato che sarà rimborsato con 27 anni di anticipo rispetto all’altro offra oltre lo 0,15% in più all’anno.

In genere, siamo portati a pensare che la curva delle scadenze sia sempre crescente. Invece, sul tratto ultra-lungo si assiste il più delle volte a un appiattimento, se non a una vera e propria inversione. Ciò è dovuto essenzialmente a un ragionamento spicciolo: un bond a 30 anni e uno a 40 anni non presentano rilevanti differenze in termini di rischio. Oltre una certa durata, i maggiori rendimenti pretesi si assottigliano fino ad annullarsi.

L’importanza della cedola

Il fatto che il BTp green renda meno del Matusalemme, poi, è conseguenza anche di fattori tecnici a cui prestare attenzione in fase di investimento. Il primo stacca cedola annuale di 1,50%, il secondo del 2,15%. Ai rispettivi prezzi di quasi 65 e poco più di 66 centesimi, la cedola netta effettiva si attesta al 2,02% nel primo caso e al 2,85% nel secondo.

In pratica, acquistando il BTp 2072 si riceve un flusso di reddito più alto da qui ai prossimi 50 anni rispetto al BTp green.

In una fase di alta inflazione, il mercato tende a guardare con maggiore interesse alle cedole alte, in quanto esse consentono all’investimento di risultare più redditizio nell’immediato. Un bond che offrisse gran parte del rendimento attraverso la plusvalenza realizzata alla scadenza, finirebbe per rivelarsi poco allettante con tassi d’inflazione alti. Da qui ai prossimi decenni, infatti, il valore attuale di tale guadagno risulterebbe basso. Meglio puntare, quindi, su asset con cedole alte. Ed è con ogni probabilità questa la ragione per cui il BTp green è scartato a favore di bond più longevi come i Matusalemme.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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