Resta piuttosto stabile il cambio tra il real e il dollaro a 3,86, non lontano dal minimo storico di 4, toccato 13 anni fa. Il mercato non sembra essere stato scosso in un senso o nell’altro dall’annuncio di misure di austerità per 17 miliardi di dollari (l’1,2% del pil) per l’anno prossimo da parte del ministro delle Finanze, Joaquim Levy, e della presidente Dilma Rousseff. Il primo ha fatto professione di ottimismo nei giorni scorsi, sostenendo che la ripresa dell’economia brasiliana avverrà grazie alle esportazioni.
Esportazioni Brasile stimate in calo
Queste previsioni cozzano con quelle degli analisti, che tagliano le loro stime sia per l’anno prossimo che per il 2017. In effetti, da anni il trend non è positivo per il Brasile. Nel 2004, le esportazioni ammontavano al 16,5% dell’economia. Nel 2010, la Rousseff ereditò dal presidente Lula un misero 10,7% e tra alti e bassi, oggi le vendite all’estero di beni e servizi brasiliani fanno appena l’11,5% del pil. Il calo potrebbe essere addebitato essenzialmente a una crescita economica trainata più dai consumi interni, grazie anche – va riconosciuto – alla forte riduzione del numero dei poveri, che sotto Lula è stata pari a 40 milioni di persone. Ma le cifre attuali non possono essere considerate soddisfacenti, se si considera che economie emergenti come Messico e Cile esportano per circa un terzo del loro pil e Cina e India quasi il doppio del Brasile, in termini percentuali. APPROFONDISCI – http://www.investireoggi.it/in-brasile-peggiorano-le-aspettative-del-mercato-su-pil-inflazione-e-cambio/
Caffè Brasile ha peso scarso sul pil
Eppure, il paese sudamericano produce petrolio e altre materie prime, come la soia, il caffè, lo zucchero, la carne di manzo.