Perché la doppia moneta proposta da Berlusconi non avrebbe senso

Cos'è la doppia moneta di cui parla l'ex premier Silvio Berlusconi? Avrebbe un qualche effetto positivo per l'economia italiana o sarebbe un bluff?
8 anni fa
3 minuti di lettura

Uscire dall’euro e tornare alla lira? In Italia lo propone esplicitamente il leader leghista Matteo Salvini, mentre il Movimento 5 Stelle ha ribadito anche in questi giorni con Luigi Di Maio la volontà di indire un referendum sulla permanenza nell’Eurozona, nel caso vincesse le prossime elezioni. Più morbida la posizione dell’ex premier Silvio Berlusconi, che nel tentativo di mettere d’accordo la realtà e i sentimenti di grossa parte dei propri elettori, oltre che degli alleati, ha proposto da tempo che l’Italia resti nell’euro, ma che riacquisti la propria sovranità monetaria con una doppia moneta, come accadde subito dopo la Seconda Guerra Mondiale con le Am lire.

La misura non convince lo stesso Salvini, che l’ha giudicata una proposta “vecchia di 70 anni” e che non funzionerebbe.

Prima di esprimere una valutazione, facciamo per un attimo mente locale sul significato di una doppia moneta. Nelle intenzioni di Berlusconi, al fine di evitare di subire una maxi-svalutazione con effetti disastrosi per il potere d’acquisto delle famiglie, l’Italia continuerebbe ad adottare l’euro per i commerci con l’estero, ovvero per le importazioni e le esportazioni, mentre la nuova moneta nazionale servirebbe solo per le transazioni interne. (Leggi anche: E se il ritorno alla lira ci rendesse più responsabili?)

Commerci con l’estero resterebbero in euro

Sorge subito spontanea la domanda: ma che ci concluderemmo con una moneta diversa dall’euro per i soli scambi interni? I detrattori della moneta unica sostengono che essa ci abbia resi non competitivi, essendo il suo valore sui mercati stranieri superiore a quello che avrebbe posseduto la lira, sulla base dei fondamentali della nostra economia. L’obiettivo della doppia moneta, dunque, non potrebbe essere di rilanciare le nostre esportazioni, dato che continueremmo a commerciare in euro con il resto del mondo.

Altro problema: la doppia moneta non è contemplata dai Trattati istitutivi dell’euro. Nessun paese dell’Eurozona potrebbe utilizzare un’altra moneta al di fuori dell’euro e non potrebbe obbligare nessuno (imprese o famiglie) ad accettarne il corso legale. Per il momento, supponiamo che a Bruxelles chiudano gli occhi e si tappino orecchie e bocca. (Leggi anche: Fuori dall’euro possibile, clamorosa svolta di Draghi)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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