Le liberalizzazioni servono per crescere
Detto così, sembrerebbe che vi sia stata una semplice e accettabile (secondo l’impostazione liberale) redistribuzione della ricchezza a favore del monopolista e ai danni dei consumatori. Non è così: è accaduto, infatti, che quello che il primo ha guadagnato in più rispetto a un mercato concorrenziale è minore di quanto abbiano perso i consumatori per il passaggio a un regime di monopolio. Perché? Perché il prezzo unitario di vendita del bene o servizio è più alto, ma i volumi di produzione o erogazione sono più bassi.
Al netto, quindi, è andata persa ricchezza, si ha un minore benessere sociale, rispetto a quello assicurato in un libero mercato di concorrenza perfetta. E’ questa la ragione per la quale si lottano i monopoli. Quando c’è scarsa o nulla concorrenza, si ha una minore produzione di ricchezza. In termini macroeconomici, potremmo affermare che le
liberalizzazioni stimolino il pil di un’economia nel medio e lungo termine. Non solo i consumatori stanno meglio, ma è l’
insieme del mercato a beneficiare della concorrenza. Quando la UE ci invita a liberalizzare i nostri servizi e ad aprire di più tutti i mercati anche dei beni, sappiate, quindi, che non lo fa per il nostro male, ma perché un’economia realmente libera è la pre-condizione per stare tutti meglio.