Si sono alzati rumors nelle ultime ore intorno alla card del reddito di cittadinanza e, più nello specifico, sulle commissioni che Poste applica su bonifici e prelievi fatti dai beneficiari del sussidio. Eppure un paio di riflessioni ci aiutano a smontare la polemica.
Quali commissioni si applicano sull’uso della card del reddito di cittadinanza
Alcuni siti hanno parlato di “tassa nascosta”. Tuttavia i costi applicati erano ben noti a chi avesse voluto informarsi. Noi lo avevamo fatto e li avevamo riportati qui.
Riepilogando costi e commissioni della card RdC: ogni prelievo da sportelli Postamat costa un euro, mentre per tutti gli altri sportelli Bancomat il costo sale a un euro e 75 centesimi. Il consiglio, quindi, è di prelevare l’importo massimo mensile (100 euro, rapportate poi alla composizione del nucleo familiare) in una soluzione unica e, preferibilmente, alle Poste.
Per ogni bonifico (ad esempio per pagare la rata del mutuo o l’affitto) si paga un euro di commissione (si scende a 50 centesimi se il destinatario ha un conto Poste e, quindi, si può fare postagiro).
A ben vedere quindi, le commissioni applicate sono le stesse che Poste fa pagare ai clienti titolari di una carta prepagata ricaricabile PostePay. La cosa non stupisce visto che la card del reddito di cittadinanza è comunque una PostePay fornita da Poste Italiane (seppure dietro richiesta dell’Inps) a tutti coloro che sono considerati idonei al diritto al sussidio secondo i requisiti previsti.
Anche con la carta Rei c’erano commissioni: lo sapevi? Nessuno si è mai indignato
Come sopra accennato, quello che potrebbe lasciare perplessi è che la platea di beneficiari del reddito di cittadinanza include le persone più bisognose e nelle fasce di reddito più basse.