Perché le obbligazioni convertibili stanno andando così tanto di moda in questi mesi

Boom di emissioni convertibili sin dal 2020 e il record storico del 2001 sarebbe alla portata.
4 anni fa
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Boom di emissioni convertibili negli USA

Nel solo mese di marzo, le emissioni di obbligazioni convertibili sul mercato americano hanno ammontato a un controvalore di 21,6 miliardi di dollari, portando il totale da inizio anno a 37,3 miliardi. Di questo passo, verrebbe infranto il record storico dei 106,4 miliardi nel 2001, sfiorato nel 2020 con 105,8 miliardi. L’intero mercato dei bond convertibili negli USA vale adesso 345 miliardi.

Sembra quasi una moda, con colossi come Airbnb, Ford, Spotify e Twitter ad avere di recente ingolosito gli investitori con apposite emissioni di questo genere.

Per capire come mai il debito convertibile venga sempre più preferito a quello ordinario, ci basterebbe guardare agli anni in cui sia avvenuto negli ultimi decenni il suo boom. Dicevamo, il record risale agli inizi del Millennio, quando non a caso Wall Street sprofondò dopo che era scoppiata la bolla della “new economy”. E il 2020 è stato caratterizzato da un tonfo mai così veloce delle borse mondiali con l’arrivo della pandemia, seguito da una ripresa altrettanto rapida e vigorosa.

Le obbligazioni convertibili sono titoli del debito che assegnano all’investitore la facoltà di esercitare alla scadenza o anche prima il diritto di tramutare i suoi bond in azioni della società a un prezzo prefissato. Qualora il valore di mercato delle azioni superi per quella data il prezzo di conversione, all’obbligazionista conviene avvalersi del diritto, così da acquistare i titoli a un prezzo inferiore a quello a cui potrà rivenderli subito dopo.

Nuove obbligazioni convertibili di MicroStrategy per l’acquisto di Bitcoin, ma occhio alla bolla azionaria

Da dove deriva l’appeal dei bond convertibili in azioni

Il crollo delle borse sgonfia i prezzi azionari e costituisce tipicamente una buona occasione di acquisto per il mercato. Con le obbligazioni convertibili lo si può fare indirettamente, cioè tutelando il capitale dalla volatilità delle azioni. Per contro, si otterranno cedole più magre di quelle offerte dalle obbligazioni ordinarie.

Nel caso in cui la conversione non venisse esercitata, risultando non conveniente, si avrà ottenuto così un rendimento inferiore.

Nel 2020, la cedola media offerta negli USA sulle nuove emissioni di obbligazioni convertibili è stata dell’1,5%, mentre il premio medio sul valore corrente delle azioni del 35%. In questi primi mesi del 2021, invece, la cedola risulta scesa allo 0,5% e il premio salito al 46%. Questo significa che il tasso d’interesse a cui si ha diritto si è nettamente ridotto, mentre servirà un aumento maggiore del prezzo delle azioni per trovare conveniente l’esercizio della conversione. In altre parole, i benefici si riducono e i rischi aumentano. Ma evidentemente l’appeal non sta venendo meno, per due ragioni fondamentali: i titoli azionari delle aziende travolte dalla pandemia sono attesi in forte crescita con la fine prevista della crisi sanitaria e il mercato dei bond ordinario viene giudicato ancora molto avido, pur dopo che i rendimenti stanno rialzandosi. Tanto vale puntare su uno strumento con caratteristiche a metà tra azioni e obbligazioni.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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