Perché la pensione non arriva appena smesso di lavorare? Come canta Jovanotti con il brano Bella: “Mi guardi e non rispondo, perché risposta non c’è, nelle parole. Bella come una mattina, d’acqua cristallina, come una finestra che mi illumina il cuscino. Calda come il pane, ombra sotto un pino, mentre t’allontani stai con me forever”. Parole che molti lavoratori potrebbero dedicare alla pensione.
Quest’ultima, infatti, rappresenta un traguardo bello e importante nella vita di ogni lavoratore. Peccato che quando giunge il momento di poter accedere per sempre a tale trattamento, sembra quasi allontanarsi.
Perché quando smetti di lavorare la pensione non ti arriva subito?
Con il termine finestre mobili si fa riferimento al periodo che trascorre tra la maturazione dei requisiti contribuitivi e anagrafici necessari per accedere al trattamento pensionistico e il momento in cui effettivamente ha luogo la relativa erogazione. Entrando nei dettagli, dal principio l’articolo 12 del decreto legge numero 78 del 31 maggio 2010 ha previsto che:
” I soggetti che a decorrere dall’anno 2011 maturano il diritto all’accesso al pensionamento […], conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico[…]:
a) coloro per i quali sono liquidate le pensioni a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti, trascorsi dodici mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti;
b) coloro i quali conseguono il trattamento di pensione a carico delle gestioni per gli artigiani, i commercianti e i coltivatori diretti nonché della gestione separata di cui all’articolo 1, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, trascorsi diciotto mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti;
c) per il personale del comparto scuola si applicano le disposizioni di cui al comma 9 dell’articolo 59 della legge 27 dicembre 1997, n. 449″.
Pensioni, quando non si applicano le finestre mobili
Il sistema descritto nel paragrafo precedente è in parte venuto meno in seguito all’entrata in vigore della Riforma Fornero.
Ci sono, comunque, alcune prestazioni che ancora oggi devono fare i conti con il sistema di slittamento applicato fino al 2011. Rientrano in tale categoria i trattamenti pensionistici non interessati dalla Riforma Fornero, come ad esempio le lavoratrici che decidono andare in pensione grazie a opzione donna, i lavoratori del comparto difesa e soccorso pubblico e i lavoratori usuranti. Soffermandosi su quest’ultimi, come spiegato anche sul sito dell’Inps:
“Dal 1° gennaio 2017, ai trattamenti pensionistici da liquidare in favore degli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti non si applicano le cosiddette “finestre mobili” (ossia il differimento della decorrenza del trattamento pensionistico di 12 mesi, per i lavoratori dipendenti, o di 18 mesi, per i lavoratori autonomi, dal perfezionamento dei requisiti)”.
In caso di dubbi sull’applicazione delle finestre mobili si consiglia di consultare il sito dell’Inps. O di rivolgersi a un Caf o patronato per ottenere maggiori informazioni in merito.