I buoni fruttiferi postali sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, collocati sul mercato da Poste Italiane e risultano essere anche il prodotto di investimento preferito dagli italiani. Il motivo è che sono garantiti dallo Stato e non hanno costi: né per la sottoscrizione e nemmeno per il rimborso eccetto gli oneri fiscali. Hanno poi il vantaggio di avere una tassazione agevolata del 12,50% (sugli interessi). Esistono due tipologie di buoni: quelli cartacei e quelli dematerializzati. Ma perché preferibile scegliere questi ultimi?
Buoni fruttiferi postali cartacei e dematerializzati
Nel caso di bfp cartacei (quelli più conosciuti) il sottoscrittore ricevere un titolo cartaceo che deve presentare poi per il rimborso sia anticipato che a scadenza.
Per evitare che quest’ultima avvenga, il titolare di un buono cartaceo deve recarsi alle Poste entro un determinato tempo dalla scadenza del buono (10 anni). Se ciò non succede non si può riscuotere né la cifra investita nel titolo né gli interessi. Dopo 10 anni dalla scadenza, infatti, se non riscosso l’importo (per quelli emessi dal 14 aprile 20021) si prescrive a favore del fondo istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze. Questo per indennizzare i risparmiatori vittime di frodi finanziarie senza essere risarciti. Prima di tale data, invece, gli importi si prescrivevano a favore del Ministero stesso.
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