Mancano pochi giorni alla nuova emissione del nuovo BTp Italia, il bond dedicato ai risparmiatori e che tutela il potere di acquisto del capitale investito, premiando la fedeltà dei sottoscrittori. E il premio riconosciuto a quanti manterranno in portafoglio i titoli fino alla scadenza raddoppia stavolta allo 0,8% dell’investimento. Per il Tesoro sarà un appuntamento importante, un test da superare senza incertezze per potersi presentare al tavolo delle trattative con i partner europei con una posizione negoziale non debole su temi come MES e Recovery Fund.
Se il BTp Italia potrà rendere anche più del bond a 50 anni
Detto senza fronzoli, serve che la chiamata a raccolta dei risparmiatori italiani venga ascoltata dai diretti interessati ed esiti una risposta assai convincente. Non a caso, l’ex responsabile del Tesoro per la gestione del debito pubblico, Maria Cannata, in questi giorni è scesa in campo con un’intervista nella quale assicura che i rischi per i BTp in questa fase di emergenza Coronavirus siano inferiori a quelli del 2011. E il presidente Consob, Paolo Savona, ha a sua volta dichiarato che non esisterebbe alcuna possibilità di fallimento dell’Italia e che lo spread sarebbe un tema parallelo.
Lo spartiacque tra flop e successo
Affinché l’emissione abbia successo, quanti miliardi di capitali dovrebbe raccogliere? Sappiamo che le quindici sin qui tenute dal marzo 2012 all’ottobre scorso hanno esitato risultati tra loro molto diversi. Si va dagli 1,7 miliardi del giugno 2012 ai 22,3 del novembre 2013. Mediamente, ciascun collocamento si è concluso con sottoscrizioni per 10 miliardi. Ecco, questa sarebbe la prima asticella da superare. Sotto 10 miliardi, per coincidenza cifra tonda, sarebbe un flop. Sopra i 22,3 miliardi del record di 6 anni e mezzo fa, sarebbe un indubbio successo. Nel mezzo tra queste due cifre, andrebbe bene.
Verso il nuovo BTp Italia, i segnali non incoraggianti
Il punto è che anche toccando eventuali nuovi massimi storici, all’Italia in questa fase servirebbero decine di miliardi di capitali in adesione per affrontare con relativa serenità le prossime settimane.
Nel caso di flop, invece, rischiamo che qualcuno in videoconferenza si alzi dal tavolo e dica al premier Giuseppe Conte: “Non hai alternative, il mercato non vi sostiene. O accetti il MES o andrete incontro al default”. Per questo, il Tesoro farà di tutto per ottenere un successo visibile e incontestabile, anche se al costo di mostrarsi fin troppo generoso sui termini offerti. Ad esempio, la cedola minima reale garantita potrebbe essere fissata domani sopra l’1%, anzi in area 1,25%, così da far risultare il BTp Italia una convenienza praticamente certa rispetto al bond di pari durata e con cedola fissa. I risparmi verrebbero premiati nel medio-lungo termine e chi ne ha la possibilità non potrebbe che approfittarne.
Un flop avrebbe effetti molto negativi
Il vero rischio che il Tesoro corre, però, è di essere ignorato, snobbato. Nemmeno spesso per paura, quanto per estraniazione. Milioni di italiani restano rinchiusi in casa senza poter uscire, se non per una passeggiata o per visitare un congiunto, fatti da dimostrare nel caso s’incappi in un posto di blocco. Nessuno sa di preciso quale e come sarà il nostro futuro tra uno o due mesi, figuriamoci se ci s’interroghi sul lungo periodo.
In questo clima, serve spronare chi ha capitali a metterli a disposizione del sistema-Paese, in una fase in cui proprio quest’ultimo non sembra offrire il meglio di sé in fase emergenziale. Sarà dura, ma se manchiamo l’obiettivo vedremo riapparire quelle “locuste della speculazione” allontanate da Cannata con la sua prospettiva ottimistica e con buona pace di Savona, secondo cui il rischio default dell’Italia sarebbe nullo. Ma se i soldi restano bloccati in banca a interessi zero, anziché essere investiti a rendimenti allettanti nei titoli di stato, forse non tutti nella stessa Italia la pensano come i due.
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