Trasferire la pensione all’estero è una scelta che accomuna sempre più pensionati. “Itinerari Previdenziali”, società indipendente che si occupa dello sviluppo delle tendenze del sistema previdenziale in Italia, ha fotografato la situazione delle pensioni italiane all’estero per capire chi è che si trasferisce, per quale motivo e dove e soprattutto che cosa cerca e trova. Ecco qualche dato utile a comprendere il fenomeno e i suoi possibili sviluppi.
Pensioni all’estero: importi medi, agevolazioni e destinazioni
Ad oggi sono circa 373.265 gli assegni liquidati all’estero.
A spingere a partire dopo la pensione è soprattutto la necessità di mantenere un tenore di vita dignitoso. D’altra parte però è anche vero che più è alto l’importo della pensione e maggiori saranno i vantaggi di evitare la doppia tassazione e optare per un sistema fiscale più conveniente. Non stupisce dunque che chi possiede redditi medio-alti tende a scegliere Paesi dove l’imposizione è più bassa o addirittura zero. In cima alle destinazioni preferite dei pensionati italiani che si trasferiscono all’estero si conferma il Portogallo (grazie anche all’accordo che permette di non pagare tasse sulla pensione per i primi dieci anni). Ma vantaggi economici simili si possono ottenere anche in Belgio o Germania e, per chi non teme di allontanarsi da confini europei, anche in Australia o Canada. Molto gettonati anche Tunisia e America Latina.
Ma non è solo una questione economica. Ci sono anche altri fattori che spingono i pensionati italiani a trasferirsi all’estero e che solo in parte rappresentano una conseguenza del reddito.
Non è sempre una scelta facile: in tanti infatti ammettono che avrebbero preferito poter trascorrere gli ultimi anni in Italia ma di essersi adattati a quella che, in una certa misura, era una “scelta obbligata” dalle circostanze. Agire sulle tasse sulle pensioni è quindi un buon punto di partenza ma potrebbe non bastare ad arginare questo fenomeno se non si agisce alla radice del problema.