Buongiorno le invio questa email per avere maggiori delucidazioni a riguardo della 104.Mio zio che non ha figli avrebbe diritto alla 104 (i famosi 3 giorni mensili di permesso per chi lo assiste) e vorrebbe nominare me ma prima di accettare vorrei sapere alcune cose.Se in futuro i miei genitori avessero anche loro bisogno della 104 io potrei prenderla di nuovo?E se ne avessero bisogno in parallelo potrei sommare i permessi?Vi ringrazio fin da ora per la vostra risposta.
Quanto spetta di permesso a chi assiste un parente disabile
I permessi 104 servono a garantire assistenza ai disabili i cui parenti più stretti lavorano. Si parla spesso di tre giorni mensili ma possono anche essere distribuiti in due ore al giorno, a seconda delle effettive esigenze di assistenza.
Fino a che grado di parentela viene riconosciuta la 104
Hanno diritto a chiedere i permessi ex Legge 104:
- il coniuge;
- i parenti e gli affini entro il secondo grado;
- la coppie unite civilmente (legge Cirinnà) e i conviventi di fatto.
Se però questi sono “mancanti” o impossibilitati per disabilità o età avanzata, si può estendere il diritto anche ai parenti di terzo grado (seguendo un ordine di priorità nell’assistenza familiare).
Quante volte può essere fatta la domanda per la 104
Usufruire della 104 non vincola per tutta la vita e non inficia la possibilità di presentare altre domande in futuro.
Quando i tre giorni di permesso possono diventare sei: cumulabilità della 104
In linea di massima i permessi 104 sono dedicati all’assistenza di un familiare disabile. Questa è la regola generale. Esistono però, a determinate condizioni, alcune eccezioni che prevedono la cumulabilità. Pensiamo, come allo scenario che ipotizza chi ci ha scritto, al caso in cui entrambi i genitori siano disabili.
La cumulabilità dei permessi 104 non è esclusa a priori ma deve sussistere un requisito imprescindibile: l’esigenza di tutela disgiunta dei due genitori disabili. In altre parole la presenza di chi assiste deve essere richiesta in momenti o modalità diversa tale da rendere impossibile espletare questo compito negli stessi permessi lavorativi per la madre e per il padre. In queste specifiche fattispecie, i tre giorni di permesso possono diventare sei.
Inoltre occorre poter dimostrare che non ci sono altre persone potenzialmente in grado di occuparsi del disabile? Sul punto l’interpretazione non è sempre stata uniforme. In un primo momento questa sembrava essere la posizione dominante. Tuttavia una sentenza della Cassazione (Sezione Lavoro) del 2013 ha ribaltato le carte in tavola. In molte circolari Inps e Inpdap ora si parla più genericamente di referente unico