““Una società è veramente accogliente nei confronti della vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e persino quando si sta spegnendo”“, afferma Papa Francesco. Parole che ogni paese che vuole davvero favorire e sostenere l’inclusione sociale dovrebbe scolpire sul lastre di marmo da apporre a ogni incrocio e in ogni piazza.
Proprio partendo da questo punto di vista, infatti, si può dedurre l’importanza delle misure a sostegno delle persone più fragili come, ad esempio, i permessi Legge 104.
Permessi 104, chi rischia le multe
Stando a quanto si evince dall’articolo 1 della Legge 104 del 5 febbraio 1992, come pubblicata in Gazzetta ufficiale, la Repubblica italiana:
“a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”.
Proprio al fine di raggiungere tali obiettivi, il Governo mette a disposizione tutta una serie di misure volte ad aiutare le persone con uno stato di disabilità. Per lo stesso motivo sono previste delle sanzioni nel caso in cui venga impedito il godimento di tali diritti. Lo sanno bene i datori di lavoro che se rifiutano di concedere ai propri dipendenti i permessi Legge 104 rischiano delle sanzioni per atteggiamento discriminatorio.
Come sottolineato dall’Ispettorato del Lavoro, infatti, è fondamentale tutelare i diritti dei dipendenti caregiver. In questo modo è possibile aiutare tali lavoratori a conciliare gli impegni lavorativi con quelli famigliari. I lavoratori che si vedono negare dei giorni di permesso legge 104, pertanto, possono agire in giudizio nei confronti del datore, tramite un tentativo di conciliazione, così come previsto ai sensi dell’art.
Permessi Legge 104 e lavoro part time
I lavoratori beneficiare della Legge 104, inoltre, possono richiedere e ottenere il passaggio da tempo pieno a tempo part time in presenza di malattie oncologiche; gravi patologie cronico/degenerative oppure se si deve aiutare un convivente che necessita di assistenza continua. Nel caso in cui il titolare neghi questa trasformazione del contratto lavorativo allora rischia di dover pagare delle pesanti sanzioni.