Permessi 104 lavoratori part time: lettera per l’uso giornaliero

Chi nega i permessi 104 ai lavoratori (anche part-time) lede un sacrosanto diritto. La lettere che denuncia l'accaduto
2 anni fa
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permessi 104
Foto © Licenza Creative Commons

A volte un disguido informatico può ledere i diritti dei lavoratori. E’ il caso denunciato, ad esempio, da USB (Unione Sindacale di Base) il sindacato del pubblico impiego che tutela tra l’altro anche il dipendenti delle Entrate

Questa volta la condanna si riferisce ai permessi 104 per i dipendenti assunti con contratto di lavoro part-time. In particolare alcuni di tali lavoratori si trovano nell’impossibilità di fruire dei giorni di permessi previsti dalla legge 104.

Siamo venuti a conoscenza che, a causa di un disguido del sistema informatico, in alcuni uffici, i dipendenti in part-time non sono in grado di fruire dei loro permessi a giornata come previsto dalla normativa contrattuale vigente.

Questa situazione sta creando una disparità di trattamento nei confronti dei dipendenti interessati, che si trovano privati di un diritto fondamentale previsto dalla legge.

Questa la denuncia fatta dall’USB con apposito comunicato stampa diffuso sul proprio sito istituzionale, in cui è testualmente riportata la lettera indirizzata all’Agenzia.

I permessi 104 come diritto dei lavoratori

I permessi 104, ricordiamo, sono 3 giorni di permesso al mese (frazionabili anche in ore) che il lavoratore dipendente può chiedere per assistere un familiare disabile. E’ un sacrosanto diritto del lavoratore dipendente, anche se a contratto part- time.

In dettaglio, i permessi 104 possono essere richiesti, per assistere il familiare disabile, da:

  • genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità;
  • coniuge, parte dell’unione civile, convivente di fatto, parenti o affini entro il terzo grado di familiari disabili in situazione di gravità.

Il diritto può essere esteso ai parenti e agli affini di terzo grado soltanto qualora i genitori o il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Può chiederli anche il disabile (lavoratore) per se stesso.

La lettera indirizzata a chi nega il diritto

Il datore di lavoro non può negare il diritto ai permessi 104. E non può essere fatta alcuna discriminazione tra lavoratori full time e quelli part-time.

Ecco perché, come sindacato, l’USB condanna fermamente il comportamento di alcuni uffici dell’Agenzia che stanno ignorando la normativa contrattuale in vigore e sta operando una discriminazione tra i dipendenti.

Chiediamo che la Direzione intervenga immediatamente per risolvere questa situazione e garantire che i dipendenti in part-time abbiano accesso ai loro permessi nella stessa misura e con gli stessi diritti dei loro colleghi a tempo pieno. In caso contrario, ci riserviamo il diritto di intraprendere azioni sindacali per tutelare i diritti dei nostri associati.

Queste le parole con cui si conclude la lettera USB, che ci tiene a far sapere che continuerà a monitorare da vicino la situazione e a difendere i diritti di tutti i lavoratori.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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