Tra permessi 104 e congedo 104 ci sono sostanziali differenze anche per quanto riguarda il requisito della residenza.
Ricordiamo che i permessi 104 sono giorni di permesso dal lavoro (3 giorni al mese frazionabili anche in ore) che un lavoratore dipendente può chiedere per assistere un familiare disabile. Li può chiedere anche il disabile lavoratore per se stesso.
Il congedo 104, invece, è il diritto che spetta sempre al lavoratore dipendente. Questi, può chiedere di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di 2 anni (anche non consecutivi) per assistere un familiare di disabile.
Entrambi gli strumenti, dunque, hanno la stessa finalità.
La residenza nel congedo 104
Tra i requisiti necessari per avere il congedo 104 c’è quello della “convivenza”. In sostanza il lavoratore ed il familiare disabile da assistere devono convivere. L’INPS dice che il requisito della convivenza è verificato quando c’è la stessa residenza.
Quindi, i due devono avere uguale residenza. Se il lavoratore risiede a Frosinone e il familiare disabile a Valmontone, l’uno deve trasferire la residenza dall’altro. Ad ogni modo, per chi non intende fare un trasferimento definitivo di residenza, c’è la possibilità di un trasferimento di residenza temporanea. Questa cosa permetterà di mantenere, comunque, la residenza attuale e di avere contemporaneamente anche residenza in altro comune.
La residenza nei permessi 104
Per quanto, invece, riguarda i permessi 104 non è richiesto il requisito della convivenza e, quindi, della residenza. Attenzione però a chi risiede oltre 150 km.
La regola, infatti, prevede che il dipendente che usufruisce dei permessi per assistere una persona in situazione di disabilità, residente in un comune situato a distanza stradale superiore a 150 Km rispetto a quello della sua residenza
ha l’obbligo di attestare con titolo di viaggio o altra documentazione idonea il raggiungimento del luogo di residenza dell’assistito al proprio datore di lavoro.
Quindi, obbligo di attestare il raggiungimento della residenza del familiare disabile.
Chi può chiedere permessi 104 e chi è escluso
Per completezza informativa ricordiamo che i permessi 104 possono essere richiesti, per assistere il familiare disabile, da:
- genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità;
- coniuge, parte dell’unione civile, convivente di fatto, parenti o affini entro il terzo grado di familiari disabili in situazione di gravità.
Il diritto può essere esteso ai parenti e agli affini di terzo grado soltanto qualora i genitori o il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Possono essere chiesti, come già detto, anche da disabile per se stesso. Non possono, invece, chiedere permessi 104:
- lavoratori a domicilio;
- addetti ai lavori domestici e familiari;
- lavoratori agricoli a tempo determinato occupati a giornata, né per se stessi né in qualità di genitori o familiari;
- lavoratori autonomi;
- lavoratori parasubordinati.