Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la 20684 del 12 ottobre 2016, ha chiarito che i 3 giorni di permessi concessi al lavoratore che assiste familiare con handicap dalla legge 104 vanno retribuiti.
Oltre alla retribuzione ordinaria al dipendente vanno riconosciuti anche i compensi incentivanti la produzione.
Non capita di rado che i permessi della legge 104 sono al centro di processi e di recente queste battaglie giudiziarie sono giunte anche alla Suprema Corte che si è espressa, in materia, per appianare le contestazioni tra dipendenti e aziende.
Permessi 104 come e quando vanno retribuiti
Non di rado le aziende contestano ai dipendenti l’utilizzo dei permessi della legge 104 per scopi personali. Proprio su questo al Corte di Cassazione ha chiarito che ogni volta che un dipendente prende i permessi per assistere un familiare disabile (massimo 3 giorni al mese) per questi permessi gli spetta oltre alla retribuzione ordinaria anche quanto derivante dalle incentivazioni produttività, compensi previsti per gli specifici progetti.
La sentenza ha valenza sia per il settore pubblico che per quello privato.
La Cassazione ha sottolineato che i permessi fruiti con la legge 104 vanno equiparata a quelli previsti per le madri lavoratrici e sono, quindi, considerati come ora lavorative a tutti gli effetti. La retribuzione da corrispondere, quindi, deve essere quella corrisposta in caso di presenza al lavoro.
Per quel che riguarda, però, i premi incentivanti, la Cassazione ricorda che vanno pagati unicamente in base ai risultati conseguiti.
Sui permessi retribuiti previsti per la legge 104 puoi leggere anche:
Permessi retribuiti legge 104: vale per tutti i conviventi?
Permessi retribuiti disabili: dalla Legge 104 alla 114, cosa cambia?