Non prendersi cura degli animali domestici costituisce un reato. Ma in concreto poi i lavoratori sono messi nella condizione di assentarsi da lavoro per accudire gli animali domestici in modo appropriato? In linea di massima il riferimento dei “gravi motivi familiari e personali” ha carattere generale che include quindi anche l’ipotesi di assenza per portare il cane o il gatto dal veterinario. Sarà però onere del lavoratore dimostrare di essere l’unico a potersene occupare (è inoltre ovviamente necessario il certificato veterinario che attesti la malattia dell’animale, eventualmente anche da presentare dopo la visita).
Partendo da questa premessa deve essere riconosciuto alla proprietaria del cane il diritto di assentarsi per portare il cane dal veterinario in quanto “non poter prestare, far prestare da un medico veterinario cure o accertamenti indifferibili all’animale, come in questo caso, rappresentava chiaramente un grave motivo personale e di famiglia, visto che la signora vive da sola e non aveva alternative per il trasporto e la necessaria assistenza al cane”, come si legge in una nota Lav.
La sentenza del caso riportato rappresenta un precedente storico importante. Come ha fatto notare il Presidente della Lav “D’ora in avanti, con le dovute certificazioni medico-veterinarie, chi si troverà nella stessa situazione potrà citare questo importante precedente. Un altro significativo passo in avanti che prende atto di come gli animali non tenuti a fini di lucro o di produzione sono a tutti gli effetti componenti della famiglia”.
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