Personale Ata: boom di domande errate! Ecco cosa si rischia

Una domanda di inclusione nella terza fascia di Personale Ata su due risulta sbagliata. Ecco le raccomandazioni del sindacato Asset Scuola.
4 anni fa
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A pochi giorni dall’attivazione del Servizio di Controllo della Domanda e di Calcolo del punteggio ATA, spunta fuori il caos. Una domanda di inclusione nella terza fascia di Personale Ata su due risulta sbagliata.

Gli errori sono tanti e bisogna agire in fretta per correggerli al fine di scongiurare pessime sorprese. Gli aspiranti candidati Ata rischiano di essere depennati dalla graduatoria per il triennio 2021/2023.

Ecco i dati e le raccomandazioni del sindacato Asset Scuola.

Personale Ata: boom di domande difficili da gestire e, per giunta, errate

Il 26 aprile scorso è scaduto il termine per l’invio delle domande di inclusione nelle graduatorie del Personale Ata di terza fascia (personale amministrativo, tecnico, collaboratore scolastico).

Il numero di richieste ha superato ogni aspettativa. 2.178.949 domande online pervenute agli istituti scolastici. Un boom di domande (di difficile gestione) e, per giunta, errate.

Il boom di domande errate è stato riscontrato a distanza di circa una settimana dalla scadenza dei termini per la presentazione della domanda Ata di terza fascia secondo quanto disposto dal D.M n. 50 del 3 marzo 2021. Le domande per essere ammessi al lavoro nelle scuole riguarda il triennio 2021/2023.

Dalle verifiche effettuate dai sindacati, una domanda su due è errata. Ad annunciarlo è stato il sindacato Asset Scuola, che ha attivato il Servizio di controllo e correzione della domanda.

Personale Ata: gli errori più frequenti nelle domande

Come detto, gli errori di compilazione riscontrati nelle domande del personale Ata e resi pubblici da Asset Scuola sono molti.

Tra questi, i più frequenti riguardano:

– inserimento dei servizi valutabili (dovuti alla piattaforma Miur);

– errato o mancato inserimento delle 30 scuole;

– doppio inserimento dei dati;

– inserimento di titoli non valutabili che alterano il punteggio;

– attribuzione del punteggio;

– mancata presa in carico della richiesta da parte della scuola capofila.

Il Miur è invitato a constatare le migliaia di domande errate ed a consentire alle scuole capofila di intervenire per correggerle.

Asset Scuola raccomanda a tutti gli aspiranti Ata  di controllare la domanda inviata: in caso di errori, vanno segnalati per dar modo alla scuola capofila di apportare le necessarie modifiche.

Un eventuale errore nella compilazione della domanda potrebbe incidere negativamente sulla vita di ogni aspirante Ata per i prossimi 3 anni.

L’errore che crea panico tra gli aspiranti personale Ata

Tra tanti errori, il peggiore e più frequente è la mancata scelta delle sedi. Una dimenticanza, più che un errore, in quanto nel triennio 2018/2021 l’inserimento dei dati nell’istanza prevedeva diversi step, l’ultimo dei quali era il modello D3 utilizzato separatamente per la scelta delle sedi scolastiche. La nuova procedura ha creato confusione.

In linea generale, l’unica possibilità per il richiedente è presentare reclamo entro 10 giorni dalla data di pubblicazione delle graduatorie provvisorie chiedendo la correzione degli errori materiali.

Il problema è che per la mancata scelta delle scuole, in termini di integrazione, c’è poco da fare. Non si può inserire successivamente e le graduatorie non si potranno modificare fino al prossimo rinnovo.

La mancata scelta delle istituzioni scolastiche non rientra nei casi ammissibili di errore materiale. Di conseguenza, chi ha omesso l’indicazione della scuola potrà essere convocato per supplenze solo nella scuola indicata come capofila.

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