A quanto ammontano le riserve di petrolio dell’intero pianeta? In molti se lo chiedono e una risposta certa non esiste. Già, perché a differenza di quanto si potrebbe pensare, i numeri sulle riserve di petrolio di ciascun paese dipendono da calcoli tutt’altro che assoluti. Come vi avevamo anticipato in un precedente articolo (leggi qui: https://www.investireoggi.it/venezuela-riserve-petrolio-un-terzo-quelle-ufficiali-veri-numeri/), le riserve di greggio dipendono essenzialmente dalla convenienza sul piano economico allo sfruttamento del giacimento, nonché dalle possibilità tecnico-scientifiche di farlo.
USA balzano al primo posto
E così, includendo anche le scoperte recenti e quelle attese in futuro, la società norvegese di ricerca Rystad Energy ha rivoluzionato la classifica dei maggiori detentori di petrolio nelle riserve, collocando al primo posto niente di meno che gli USA con 264 miliardi di barili, seguiti a ruota dall’Arabia Saudita con 256 miliardi e dal Venezuela con 212 miliardi.
Secondo Rystad, più della metà del greggio delle riserve americane sarebbe derivante dallo “shale”, di cui 60 miliardi di barili nel solo Texas. Escludendo, però, le scoperte ancora da compiere, sempre i norvegesi stimerebbero in appena 40 miliardi di barili le riserve USA, un terzo dei 120 miliardi di Riad, ma il doppio dei 22 miliardi di Caracas.
Riserve petrolio Venezuela, numeri ufficiali molto gonfiati
Il paese maggiormente colpito dalle stime sarebbe il Venezuela, secondo le cui statistiche ufficiali le riserve petrolifere ammonterebbero a 301 miliardi di barili, le più elevate al mondo. Sui dubbi di questi calcoli abbiamo già discusso, anche perché i numeri non sono stati aggiornati, nonostante le quotazioni del greggio siano crollate del 60% negli ultimi due anni, rendendo non più economicamente estraibili grosse quantità prima convenienti.
Stando ai calcoli di Rystad, le riserve mondiali sarebbero oggi di 2.090 mila miliardi di barili, in aumento dai 1.690 miliardi di fine 2015.
I dati metterebbero in evidenza come le principali sette compagnie del pianeta deterrebbero appena meno del 10% delle riserve mondiali. Attenzione, infine, a non confondere le riserve con le scorte, perché queste ultime sono la parte di produzione accantonata dalle compagnie, in attesa di essere venduta a quotazioni più elevate.