Il piano di guerra dell’Unione Europea: 800 miliardi di euro per la difesa

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, svela il piano di guerra per accrescere la difesa del continente.
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Il piano di guerra UE da 800 miliardi di euro
Il piano di guerra UE da 800 miliardi di euro © Licenza Creative Commons

Viviamo in tempi difficili e straordinari, si richiedono risposte straordinarie. Su questo principio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha svelato il suo piano di guerra per l’Unione Europea: 800 miliardi di euro in favore della difesa. In vista del Consiglio di questo giovedì, a cui parteciperanno a Bruxelles i 27 capi di stato e di governo dell’area, le proposte clou sono state già preparate. Esse presuppongono che gli stati membri aumentino le spese militari dell’1,5% del Pil in media per i prossimi 4 anni, creando uno spazio fiscale da 650 miliardi. Altri 150 miliardi arriverebbero dai prestiti comunitari agli stati membri.

Totale: 800 miliardi.

Patto di stabilità sospeso su spese militari

Tra le proposte che saranno presentate al Consiglio c’è l’attivazione della clausola di salvaguardia, che consentirà ai governi di aumentare le spese per la difesa anche infrangendo il deficit massimo al 3% del Pil fissato dal Patto di stabilità. E chi lo volesse, potrebbe attingere ai programmi di Coesione per aumentare gli investimenti militari.

Questo è il succo del cosiddetto “piano di guerra” dell’UE. Una risposta all’amministrazione Trump, che ha fatto presente in modo esplicito che non intende più garantire per la sicurezza di noi europei. L’America avverte la necessità di ridurre il suo budget per la difesa e taglierà tutte le voci considerate a tal fine non essenziali per la sua sicurezza. In parole povere, dobbiamo iniziare ad arrangiarci da soli, che equivale a dire che spenderemo di più per il comparto militare.

Il piano di guerra dell’UE punta anche su una maggiore sinergia dei 27 sistemi di difesa nazionali, al fine di eliminare costi e strutture ridondanti. Sta di fatto che siamo dinnanzi a un palese cambio di paradigma a Bruxelles, dove per decenni la spesa militare non è stata neanche presa in considerazione. In scia a questa nuova linea, il comparto della difesa in borsa vola da mesi. Le azioni Leonardo segnano +73% da inizio anno e +50% solamente nell’ultimo mese.

Piano di guerra, maggiori investimenti nazionali

La tedesca Rheinmetall ha incrementato il suo valore di borsa del 92% dall’inizio dell’anno, altro segnale che il mercato scommette su maggiori investimenti pubblici nel comparto della difesa. La sola Germania dovrebbe aumentare i suoi di 200 miliardi, ma lo stimolo fiscale tedesco complessivo di cui si parla sarebbe ben superiore. L’Italia punterebbe ad accrescere la sua spesa militare dell’1% del Pil all’anno, tendendo al 2,5%. In questo caso, oltre 20 miliardi di maggiori investimenti, che in 4 anni farebbero più di 80 miliardi.

Il piano di guerra sta avendo ripercussioni, tuttavia, negative sui titoli di stato. I rendimenti europei stanno risalendo e gli spread leggermente divaricandosi per la prevista maggiore spesa in deficit nell’UE. Gli stessi Bund offrono ora più del tasso “mid-swap” nell’Eurozona. Dal 2007 in avanti eravamo stati abituati al contrario.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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