Piccoli comuni, arriva la cedolare secca al 15% sui locali commerciali?

Anche la cedolare secca tra i punti su cui si lavora nella riforma fiscale. Arriva la proposta anche per gli immobili non residenziali
1 anno fa
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cedolare secca
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Continuano i lavori delle commissioni istituite per dar seguito alla realizzazione della riforma fiscale come previsto dalla legge delega. Spunta la proposta avanzata dalla commissione degli esperti sull’IIRPEF nominata dal viceministro Maurizio Leo (Economia). Ossia una cedolare secca con aliquota del 15% anche per le locazioni aventi ad oggetto immobili non residenziali ubicati in comuni con meno di 5.000 abitanti.

Una misura che, se andrà in porto. Sarebbe finalizzata ad evitare lo spopolamento (anche dal punto di vista commerciale) dei piccoli comuni del nostro Paese.

Il regime opzionale oggi

Ricordiamo che la cedolare secca è un regime di tassazione del canone di locazione. Un regime opzionale e sostitutivo di quello ordinario IRPEF.

In sostanza, chi sceglie la secca, pagherà sul canone di affitto percepito un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e relative addizionali. Un’imposta sostitutiva con aliquota del 21%.

La scelta può farsi in sede di registrazione del contratto di affitto (in tal caso durerà per tutta la durata del contratto) oppure anche nelle annualità successive (in tal caso il regime si applicherà per gli anni di residua durata della locazione).

Il regime della cedolare secca, oggi è previsto solo per le locazioni aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo. Quindi di categoria catastale da A1 a A11 con esclusione dell’A10 (uffici o studi privati).

Inoltre, la locazione deve avvenire al di fuori dell’esercizio di attività di impresa. Questo significa che non può optare per la cedolare secca l’impresa che cede in locazione i locali di sua proprietà.

Limitatamente ai contratti di locazione stipulati nel 2019 fu ammessa la cedolare anche per i locali C/1 (negozi e botteghe) con una superficie fino a 600 metri quadrati (al netto di pertinenze).

Riforma fiscale, cedolare secca anche sul locale commerciale

Ebbene, con la riforma fiscale, il perimetro applicativo di questo regime di tassazione potrebbe essere nuovamente ampliato.

La proposta è quella di una cedolare al 15% per locazioni aventi ad oggetto “immobili non residenziali” che si trovano nei piccoli comuni (quelli con meno di 5.000 abitanti).

Da evidenziare è che la proposta si riferisce ad immobili non residenziali. Ne conseguirebbe la possibilità di cedolare secca non solo per i locali di categoria C/1 (negozi e botteghe) ma anche tutti quelli che rientrano nella categoria catastale di “non residenziali”. Pertanto, ad esempio, gli uffici (categoria A/10), i laboratori (categoria C/3), alberghi (categoria D/2), ecc.

Per ora quanto detto è allo studio degli esperti chiamati a fare la riforma fiscale. A noi non ci resta che aspettare per gli sviluppi.

Riassumendo…

  • la cedolare secca è un regime opzionale e sostitutivo del regime ordinario IRPEF che colpisce il canone di locazione
  • può essere scelto (dal locatore) in sede di registrazione del contratto o anche nelle annualità successive
  • oggi è previsto solo per le locazioni aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo
  • l’aliquota di tassazione è il 21%
  • la commissione degli esperti sull’IIRPEF nominata per la riforma fiscale ha formulato la proposta di una cedolare secca con aliquota del 15% anche per le locazioni aventi ad oggetto immobili NON residenziali ubicati in comuni con meno di 5.000 abitanti.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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