Pignoramento beni mobili e immobili entro quale limite è consentito?

Entro quale limite è consentito il pignoramento su beni mobili e immobili? Ecco come funziona e cosa prevede la normativa vigente.
1 anno fa
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Foto © Pixabay

“Laddove un uomo ha del potere è portato ad abusarne: egli va fino a che trova dei limiti. La stessa virtù ha bisogno di limiti. Perché non si possa abusare del potere bisogna che per disposizione delle cose il potere arresti il potere“, affermava Adriano Olivetti.

La libertà è uno dei doni e dei diritti più importanti dell’uomo. Ognuno di noi, infatti, deve essere libero di esprimere sempre il proprio pensiero e fare ciò che più aggrada. Il tutto, ovviamente, fermo restando la necessità di rispettare la libertà altrui.

In ogni contesto e relazione interpersonale, infatti, vi sono dei limiti che non bisogna superare. In alcuni casi si tratta di limiti convenzionali, in altri di vere e proprie imposizioni. Basti pensare ai vari adempimenti burocratici che portano, nella maggior parte dei casi, a dover fare i conti con dei paletti spesso insormontabili. Quest’ultimi, però, non devono essere considerati a prescindere come qualcosa di negativo. Spesso, infatti, sono posti a tutela dei cittadini, come ad esempi i limiti entro cui è possibile effettuare il pignoramento di beni mobili e immobili.

Pignoramento beni mobili e immobili entro quale limite è consentito?

Sempre più nuclei famigliari faticano a pagare le varie spese. Può quindi capitare di accumulare dei debiti, anche nei confronti del Fisco. Una situazione che può portare l’ente ad avviare delle procedure esecutive volte a rientrare dei propri crediti. Queste azioni, però, non possono essere svolte a propria discrezione. Bisogna invece rispettare dei limiti, posti dalla legge in modo tale da garantire a tutti il minimo indispensabile alla sopravvivenza. Entrando nei dettagli la legge tende a proteggere coloro che non possiedono altri immobili, oltre alla prima casa. Stesso discorso per i soggetti che possiedono un veicolo necessario per lavorare. Sia la prima casa che i beni strumentali al lavoro del soggetto debitore, infatti, sono impignorabili.

Ipoteca e pignoramento immobili: i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Oltre alle tutele poc’anzi citate, vi sono dei veri e propri paletti che devono essere rispettati. In particolare, se l’importo del debito è inferiore a 20 mila euro, la prima casa non può essere ipotecata. Come si evince dal sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione:

“Il pignoramento immobiliare non può essere effettuato se l’immobile ha tutte le seguenti caratteristiche:

  • è l’unico immobile di proprietà del debitore;
  • è adibito a uso abitativo e il debitore vi risiede anagraficamente;
  • non è di lusso, e non è comunque una villa (A/8), un castello o un palazzo di eminente pregio artistico o storico (A/9).

Negli altri casi si può procedere al pignoramento e alla vendita all’asta dell’immobile solo se:

  • l’importo complessivo del debito è superiore a 120 mila euro;
  • il valore degli immobili del debitore è superiore a 120 mila euro;
  • sono passati almeno sei mesi dall’iscrizione di ipoteca e il debitore non ha pagato/rateizzato il debito o in mancanza di provvedimenti di sgravio/sospensione.

Il pignoramento immobiliare dell’Agente della riscossione è effettuato mediante la trascrizione nei registri immobiliari di un avviso che viene notificato al debitore entro i successivi cinque giorni“.

Beni impignorabili e limiti sul conto corrente

In base alla normativa vigente il pignoramento deve essere effettuato rispettando dei limiti tali da garantire al debitore la sussistenza. A tal fine è stato stabilito che in caso di insolvenza il conto corrente può essere pignorato per la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale. Quest’ultimo, per il 2023, è pari a 503,27 euro. Ne consegue che il pignoramento deve essere effettuato, tenendo conto del fatto che bisogna garantire la presenza minima sul conto di un saldo pari a 1.509,81 euro.

In ogni caso lo stipendio e la pensione non possono mai essere pignorati del tutto. In linea generale è possibile pignorare fino a massimo un quinto dello stipendio o della pensione.

 Vi sono inoltre dei beni che non possono essere in alcun caso pignorati. Tra questi si citano oggetti sacri e di culto, fede nuziale, armi, ma anche oggetti commestibili, scritti di famiglia, elettrodomestici ritenuti necessari, biancheria e armadi.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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