Pensionati che hanno debiti sono assai frequenti. E parliamo di debiti nei confronti dello Stato, se si tratta di cartelle esattoriali, tasse evase e così via dicendo. Ma parliamo anche di debiti verso banche o privati. Soggetti che in quanto creditori, possono avviare procedimenti e procedure di esecuzione forzata. Quando una persona matura dei debiti che alla fine non riesce a onorare, a prescindere dal motivo per cui non può pagare (volontà propria o impossibilità reale), le conseguenze possono essere gravi.
“Buonasera, il mio direttore delle Poste mi ha appena comunicato che mi è stato bloccato il conto corrente. Un conto corrente dove ci sono 100 euro depositati. Infatti non vivo nell’oro e ciò che finisce su quel conto è la mia pensione sociale. Trattamento INPS che puntualmente ogni mese prelevo (circa 600 euro) e naturalmente consumo. Non avendo altro sostentamento, mi chiedo se il primo giugno questo blocco del conto corrente mi impedirà di prendere la mia pensione. Anche perché con il mio bancomat ho provato a prelevare quei 100 euro presenti e non me lo fa fare. Possibile che possono congelare l’unica fonte di sostentamento di una persona per via di un procedimento giudiziario con un mio vecchio socio di un negozietto di articoli da regalo poi chiuso? Infatti è lui il mio creditore (circa 40.000 euro).
Pignoramento conto corrente dove arriva anche la pensione, ecco rischi, vincoli e salvaguardia
Per il pignoramento delle pensioni, dello stipendio e del conto corrente, tutte cose che rientrano nel meccanismo del pignoramento presso terzi, esistono dei severi limiti.
Il minimo vitale che recentemente è stato aumentato dal legislatore è un altro fattore da considerare. Perché pare che sia pari a 1.000 euro e cioè che non si può lasciare un soggetto con meno soldi di questo limite. Stando a questa regola, se sul conto corrente ci sono solo i soldi della pensione, se non si può pignorare il doppio dell’assegno sociale, essendo pari a 503 euro circa nel 2023, la salvaguardia per il debitore è fino a 1.509 euro.
Cosa significa 1/5 della pensione e come funzionano i limiti che salvaguardano il pensionato
Le cifre prima citate riguardano soldi di pensione già accreditati sul conto corrente. Ma a partire dalla data di esecuzione del provvedimento di pignoramento, la cifra pignorata di pensione sarà pari a 1/5 al mese per i ratei che arriveranno nei mesi successivi alla data di esecuzione. In questo caso però non si parla di pignoramento del conto corrente, bensì di pignoramento della pensione. Perché il Giudice impone all’INPS di trattenere quel quinto prima citato mensilmente e di girarlo al creditore.
Per il conto corrente accade qualcosa di diverso. Prima di tutto va sottolineato che arrivare al pignoramento del conto corrente non è una operazione fast, che si fa in poco tempo. Serve tutto un particolare iter giudiziario che parte dalla notifica del soggetto creditore, per poi passare al titolo esecutivo, all’atto di precetto e, solo alla fine, al vero e proprio atto di pignoramento.
Non tutte le pensioni possono essere pignorate, ecco i limiti imposti dalla legge
Una volta divenuto effettivo l’atto di pignoramento, l’Istituto di credito, dove il correntista ha il suo titolo e incassa la sua pensione, può congelare il conto. E questo fino alla soddisfazione del creditore, cioè fino a quando il soggetto debitore sarà riuscito a saldare il proprio debito. Ripetiamo che stipendio e pensioni accreditati sui conti correnti, non possono essere totalmente tolti dalla disponibilità del correntista e debitore. In linea di massima poi, non possono essere pignorati soldi che provengono da sussidi per maternità, malattia e altri emolumenti assistenziali per persone meno abbienti. Va detto, infine, che ci sono pensioni che non possono essere pignorate. Soprattutto se non si tratta di trattamenti previdenziali. Infatti i trattamenti assistenziali, erogati a soggetti in difficoltà economica, non sono assoggettati a procedure di questo genere. Pertanto, sono salvaguardati gli assegni sociali così come le pensioni di invalidità.