Un nuovo caso di furbetto del reddito di cittadinanza, che questa volta, però, si è chiuso con un lieto fine.
L’accaduto riguarda l’indebito pagamento di alcune mensilità del reddito di cittadinanza ad un soggetto che contemporaneamente lavorava come dipendente. Queste somme dovranno essere restituite, anche attraverso il pignoramento del conto corrente. Così è stato stabilito da una recente sentenza della corte di cassazione. Vediamo meglio cosa è successo.
Reddito di cittadinanza, si può pignorare il conto corrente per recuperare le somme indebitamente percepite
Il caso in questione è quello di una donna che percepiva il reddito di cittadinanza anche dopo aver trovato un lavoro da dipendente, continuando, quindi, a ricevere stipendio e sussidio.
La donna aveva fatto ricorso contro il prelievo coatto delle somme indebitamene percepite dal proprio conto corrente. Ricorso che è stato subito respinto dalla corte di cassazione, la quale, dopo aver escluso la possibilità che la donna non fosse al corrente dell’obbligo di dichiarare la variazione del suo reddito, ha stabilito che le somme a credito erogate dall’Inps ed incassate devono essere confiscate.
Secondo la cassazione, inoltre:
“Qualora il profitto derivante dal reato sia costituito da denaro, la confisca viene eseguita, in ragione della natura del bene, mediante l’ablazione del denaro comunque rinvenuto nel patrimonio del soggetto fino alla concorrenza del valore del profitto medesimo e deve essere qualificato come confisca diretta e non per equivalente”.
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