La pensione, al pari dello stipendio, è un titolo di credito aggredibile. In caso di pignoramento della pensione, però, al contrario che per lo stipendio, il legislatore ha stabilito un limite al di sotto del quale non si può andare a colpire. Questo perché, di principio, il debitore pensionato è un soggetto più debole rispetto al debitore che lavora.
Per legge il limite pignorabile dello stipendio o della pensione è un quinto dell’assegno mensile, il che significa che il massimo pignorabile da un creditore su uno stipendio mensile di 1.000 euro è 200 euro.
Pignoramento pensione e limite vitale
Pertanto, il pensionato moroso non potrà essere privato di somme di denaro al di sotto di tale soglia. E chi percepisce una pensione pari o inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo è quindi posto automaticamente al riparo dai creditori. Diversamente, potrà essere pignorata la parte eccedente sempre nella misura di un quinto dell’assegno pensionistico. Pertanto, se un pensionato percepisce una pensione di 1.200 euro mensili, gli verranno detratte 240 euro, mentre se un pensionato percepisce una pensione di 800 euro al mese, soltanto la parte eccedente i 679,50 euro potrà essere pignorata nella misura del 20%, cioè24,10 euro.
Casi di esclusione
La pensione può essere pignorata anche da diversi creditori, sempre nella misura di un quinto e sempre nel rispetto del limite vitale non pignorabile. Il pignoramento congiunto di diversi creditori è possibile solo se appartengono a categorie diverse (ad esempio, erario, assegni alimentari, soggetti privati).