Il pignoramento della pensione è una possibilità prevista dalla legge italiana per tutelare i creditori nei confronti di debiti insoluti, ma è soggetto a regole specifiche e rigorosi limiti per proteggere il diritto al sostentamento del pensionato. La normativa italiana considera la pensione un credito parzialmente impignorabile, introducendo un meccanismo che garantisce il rispetto della dignità economica del debitore.
Ecco il punto della situazione anche in vista della fine del 2024 e dell’inizio del nuovo anno.
Limiti generali al pignoramento pensione
Secondo l’articolo 545, comma 7, del Codice di Procedura Civile (cpc), non è possibile pignorare integralmente le somme corrisposte a titolo di pensione. La legge prevede che la parte non pignorabile equivale al doppio dell’importo massimo dell’assegno sociale mensile, con un minimo di 1.000 euro.
Di conseguenza, le pensioni con un importo mensile inferiore o pari a 1.000 euro risultano integralmente impignorabili. Per le pensioni di importo superiore, invece, il pignoramento è ammesso solo sulla parte eccedente tale soglia. Ed oggi sono molti i pensionati che vivono con 1.000 euro al mese o sotto tale soglia.
La regola del quinto e il calcolo del pignoramento
La parte di pensione che eccede il limite di 1.000 euro è pignorabile, ma con un’ulteriore restrizione: solo un quinto di tale eccedenza può essere destinato ai creditori. Questo significa che il prelievo non può mai riguardare l’intero importo eccedente.
Ad esempio
Per una pensione mensile di 1.800 euro, la parte eccedente il minimo vitale è di 800 euro (1.800 – 1.000).
Il pignoramento si applica solo a un quinto di questa eccedenza, pari a 160 euro al mese.
In questo modo, la legge tutela il pensionato garantendogli una somma sufficiente per far fronte alle necessità quotidiane.
I debiti verso l’Agenzia delle Entrate
Quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate o l’Agenzia Entrate Riscossione, entra in gioco regole ulteriori che modulano la quota pignorabile in base all’entità della pensione. Questi limiti progressivi sono pensati per calibrare l’impatto economico del pignoramento:
- Fino a 2.500 euro: la quota pignorabile non può superare il 10% dell’importo eccedente i 1.000 euro.
- Tra 2.500 e 5.000 euro: la quota pignorabile passa al 14,28% (pari a un settimo).
- Oltre i 5.000 euro: la percentuale massima di pignoramento è del 20% (un quinto).
Questo schema tiene conto della capacità contributiva del pensionato, evitando che somme rilevanti vengano sottratte a chi percepisce pensioni più modeste.
Pignoramenti multipli e diversità di crediti
Nel caso in cui il pensionato abbia debiti verso più creditori, le modalità di pignoramento variano in base alla natura dei crediti. Se i debiti derivano da obbligazioni diverse (ad esempio, debiti bancari e obbligazioni alimentari), la quota pignorabile può aumentare sino al doppio quinto della parte eccedente i 1.000 euro, corrispondente al 40%.
Tuttavia, se i crediti hanno la stessa origine, si applica un unico quinto. Questo criterio impedisce un accanimento eccessivo da parte di creditori appartenenti alla stessa categoria, tutelando il pensionato da pignoramenti cumulativi che potrebbero mettere a rischio la sua sussistenza.
Pignoramento pensione: evoluzione normativa e minimo Vitale
Dal 2022, il minimo impignorabile per le pensioni è stato fissato a 1.000 euro, un valore che riflette l’aumento del costo della vita e l’intenzione di garantire un livello minimo di dignità economica.
Il meccanismo di pignoramento delle pensioni, seppur concepito per soddisfare i diritti dei creditori, si basa su un delicato equilibrio tra la necessità di recuperare i crediti e la tutela del pensionato. I limiti imposti dalla normativa riflettono la volontà del legislatore di proteggere il diritto al sostentamento, evitando che l’esecuzione forzata comprometta pesantemente la qualità della vita del debitore.
Riassumendo…
- Pensioni pignorabili solo in parte, con limiti per garantire il minimo vitale.
- Minimo impignorabile fissato a 1.000 euro, eccedenze pignorabili fino a un quinto.
- L’Agenzia delle Entrate applica percentuali progressive, dal 10% al 20%, in base alla pensione.
- Pignoramenti multipli consentiti fino al 40%, solo per crediti di diversa natura.
- Le regole aggiornate dal 2022 garantiscono tutela minima per pensionati contro l’insolvenza.
- Obiettivo normativo: equilibrio tra creditori e tutela economica del pensionato.
Pignoramento su questi limiti sono da veri strozzini e poi parliamo di camorristi legalizzati .. per questi non c’è la galera no.
Buonasera. Io percepisco 826 euro mensili di pensione e mi hanno pignorato in toto la pensione dal mese di aprile compreso al mese di dicembre compreso, ivi compresa la tredicesima. Mi sono rivolto agli Avvocati ma Brancaleone nel buio.