Pignoramento pensioni 2023, il limite non aggredibile sale sopra 1.000 euro. Chiarimenti dell’Inps

Dal 1 gennaio 2023 sale l’importo di impignorabilità della pensione. L’Inps spiega quale è la nuova soglia di rendita non aggredibile dai creditori.
2 anni fa
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Aumenta ancora il limite di impignorabilità delle pensioni. Dal 1 gennaio 2023 la soglia limite sale a 1.006,54 euro al mese e la tendenza è in aumento per gli anni a venire con l’incremento dell’inflazione. I pensionati sono, quindi, maggiormente tutelati dai creditori.

Come noto, con il Dl Aiuti bis del 2022 il limite di pignorabilità delle pensioni era passato lo scorso anno da 702 a 1.000 euro. O meglio, la legge ha stabilito che detto limite fosse pari a 2 volte l’importo dell’assegno sociale con limite minimo di 1.000 euro al mese.

Pignoramento pensione, nuovi limiti

Orbene, da quest’anno l’importo dell’assegno sociale è aumentato a 503,27 euro per effetto della perequazione automatica 2023. Per cui anche la soglia minima di impignorabilità della pensione sale di conseguenza, cioè a 1.006,54 euro (il doppio di 503,27). Lo precisa l’Inps in una nota con la quale precisa anche che sono in corso i ricalcoli degli importi trattenuti e non dovuti a partire dal 1 gennaio 2023.

Ricordiamo che per legge è possibile pignorare fino a un quinto della pensione. E questa percentuale è rimasta invariata, sia per gli stipendi che per le rendite pubbliche. Tuttavia, a differenza della retribuzione, però, esiste un limite al di sotto del quale non si può colpire. Questo perché, di principio, il debitore pensionato è ritenuto un soggetto più debole rispetto al debitore che lavora.

Detto limite è fissato nella misura di 2 volte l’importo dell’assegno sociale che viene aggiornato di anno in anno. Detta soglia è considerata il “minimo vitale” al di sotto della quale non è possibile privare il debitore dei mezzi minimi di sostentamento.

Nuovo limite vitale

In sintesi, quindi, in base al DL Aiiuti bis, il pensionato moroso non potrà essere privato di somme di denaro al di sotto del doppio del valore dell’assegno sociale. Chi percepisce una pensione fino a 1.006,54 euro al mese si trova quindi automaticamente al riparo dai creditori.

Potrà solo essere pignorata la parte eccedente tale importo, sempre nella misura di un quinto della rendita.

Ad esempio, se un pensionato percepisce una rendita di 1.200 euro mensili, gli potrà essere pignorato un quinto della parte eccedente i 1.006,54 euro, cioè 38,8 euro al mese. La pensione può essere pignorata anche da diversi creditori, sempre nella misura di un quinto e sempre nel rispetto del nuovo limite di legge.

Il pignoramento congiunto di diversi creditori è possibile solo se appartengono a categorie diverse (ad esempio, erario, assegni alimentari, soggetti privati). Sono escluse dal pignoramento le pensioni sociali, la pensione di invalidità e l’assegno di accompagnamento.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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