Mentre l’Europa sembra avviarsi verso una fase di recessione, il PIL Usa cresce, con la possibilità di arrivare a toccare, entro fine 2023, l’1,5%.
Una crescita inaspettata, soprattutto se si analizzano i motori trainanti: concerti e film.
Sì, proprio così, è il comparto culturale a “tirare la carretta” nordamericana nell’ultimo quarto dell’anno. Un’estate ed un inizio autunno di grande successo per le popstar e per Hollywood, come spiega l’economista di Morgan Stanley Sarah Wolfe: “un consumo di intrattenimento senza precedenti, legato soprattutto ai concerti di Taylor Swift e Beyonce e all’accoppiata cinematografica Barbie e Oppenheimer, che i giornalisti statunitensi hanno unito nella sincrasi, tipicamente anglofona, Barbenheimer.
Come i tormentoni influenzano i consumi
Secondo Eric Winograd, director Developed market economic research di AllianceBernstein, è possible parlare di “effetto tormentoni” per giustificare la crescita del PIL di un paese come gli Stati Uniti. Insomma un “PIL Paradise americano”, citando quello che è stato il nostro tormentone estivo 2023.
Certo, si tratta di una semplificazione eccessiva, ma Taylor Swift, Beyoncé e Barbenheimer hanno avuto sicuramente un impatto sull’economia, specie se si guarda la particolare periodo storico. Magari negli anni ’90 non ce ne saremmo nemmeno accorti, ma ad oggi questo eccesso di consumo di intrattenimento è una cartina di tornasole delle possibilità economiche degli statunitensi. Se le persone acquistano biglietti e viaggiano per seguire i tour dei cantanti, vuol sire che possono permetterselo. E questa è la buona notizia.
PIL Usa in crescita grazie a Taylor Swift? Vediamo perché
La cantante originaria della Pennsylvania ha battuto ogni record con il suo Eras Tour che prevedeva dozzine di spettacoli in 17 Stati.
La mole di persone che si è spostata per seguirla (i cosiddetti Swifties) ha generato degli introiti patri 4.6 miliardi in consumi, tra hotel, ristoranti, shopping. Una cifra che supera il PIL di 35 stati nel mondo.
In aggiunta, Taylor Swift ha distribuito oltre 55 milioni di dollari tra i truck food, lo staff, che include ballerine, cantanti, personale della sicurezza, adatti al pubblico, ecc.
Un giro economico di dimensioni notevoli che non è passato inosservato e che ha avuto effetti tangibili sul PIL Usa. Come nel caso di Philadelphia: nel rapporto della Federal Reserve (il Beige Book) si nota come, nonostante la difficoltà della regione a riprendersi dalla crisi del turismo, la città di Philadelphia ha fatto registrare, a maggio, una presenza in hotel e strutture ricettive ai livelli pre covid. Questo grazie soprattutto ai fan di Taylor Swift, che hanno presenziato ai suoi concerti.
Basti pensare che i fan più sfegatati, per seguire la cantante in diverse (se non tutte) tappe del tour, arrivano a spendere anche 20.000 dollari.
Un fenomeno che dimostra l’incidenza dei consumi nell’andamento dell’economia.
E Barbenheimer?
Ma non è solo la musica che gli americani devono ringraziare per il Pil USA in crescita. Anche il cinema ha fatto la sua grossa parte. L’uscita concomitante nelle sale di Barbie e di Oppenheimer, non ha portato una boccata di ossigeno al comparto cinema, in grande difficoltà dalla pandemia, ma ha anche rappresentato una spinta importante per i consumi, come fa notare Bank of America.
La banca di Wall Street ha comunicato, in una nota, che i propri clienti hanno speso il 23.7% in più per l’intrattenimento nell’ultima settimana di luglio rispetto allo stesso periodo del precedente anno.
Nel frattempo, la AMC Theatres (la storica catena di cinema americana di Kansas City) ha registrato un record di entrate, nei suoi 103 anni di vita, nel periodo compreso tra il 21 e il 27 luglio. Data che corrispondeva al rilascio di Barbie dopo mesi di pubblicità.
In sole due settimane, Barbie e Oppenheimer hanno raccolto centinaia di milioni di dollari ciascuno, con il film di Greta Gerwing che punta a raggiungere il miliardo di incassi totali.
PIL Usa, verso la fine dell’ondata positiva?
Ora che i tour volgono al termine e le sale hanno saturato le presenza, Sarah Wolfe sposta la sua analisi sulla situazione seguenti i fenomeni estivi.
Secondo l’economista, il PCE (l’indice dell’andamento dei prezzi di spesa per i consumi) degli Stati Uniti subirà una contrazione dello 0.6% fra il terzo e il quarto trimestre.
Questo cambiamento dovrebbe attirare l’attenzione della Fed che, sempre secondo Wolfe, potrebbe interpretare il calo della spesa nell’intrattenimento come un segnale da tenere in considerazione nella prossima decisione sull’andamento dei tassi di interesse.