Stipendi più alti per militari e vigili del fuoco, saliranno anche le pensioni

Aumenti stipendi fra 170 e 190 euro al mese per militari, poliziotti e vigili del fuoco. Uno scatto in avanti a difesa delle pensioni.
11 mesi fa
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pensione militari
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In arrivo stipendi più alti per poliziotti, carabinieri, finanzieri, militari e vigili del fuoco. Un emendamento alla manovra di bilancio prevede infatti un incremento medio di 194 euro lordi al mese per tutti. Cifra significativamente superiore agli standard salariali del comparto Difesa e Sicurezza, ma anche rispetto alle aspettative della vigilia in relazione all’adeguamento degli stipendi in base all’inflazione.

In sostanza, si tratta di 105 milioni di euro in più da sommarsi agli altri 1,5 miliardi stanziati per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Altri 38 milioni saranno stanziati per essere destinati alla stipula di polizze assicurative per la copertura sanitaria e infortunistica complementare. L’emendamento alla manovra include anche 1,7 milioni di euro di fondi destinati a finanziare l’attività sindacale delle oltre 30 sigle all’interno dei comparti militari e di sicurezza.

Aumento stipendi per militari e vigili del fuoco

Più di un terzo dei fondi saranno destinati al salario accessorio con l’intenzione di valorizzare i servizi di natura operativa e gli straordinari. I sindacati avrebbero, invece, chiesto di destinare tutti i fondi all’incremento salariale ordinario, soprattutto per ragioni riconducibili al calcolo della pensione futura.

Come noto, carabinieri, poliziotti, finanziarie e vigili del fuoco vanno in pensione al raggiungimento dell’età ordinamentale che per la generalità degli addetti è a 60 anni. Qualche anno in più per i graduati. Grazie al fondo di perequazione previsto per la categoria, il personale può godere di una pensione al pari degli altri dipendenti pubblici che vanno in pensione a 67 anni.

Stipendi e pensioni dei militari

In buona sostanza gli addetti al comparto Sicurezza e Difesa versano meno contributi previdenziali nel corso della loro carriera rispetto ad altri dipendenti pubblici. Pertanto, in assenza di tale fondo di perequazione otterrebbero una pensione misera, non potendo nemmeno proseguire il servizio (per legge) oltre l’età ordinamentale.

Ciò nonostante, l’entrata a regime del sistema di calcolo contributivo della pensione metterà comunque sotto stress la rendita futura dei militari essendo tarata in base al coefficiente di trasformazione a 60 anni.

Per cui si è reso necessario incrementare la misura tabellare dello stipendio per incrementare il gettito contributivo.

l regime contributivo, lo ricordiamo, è basato sul montante contributivo, che è costituito dalla somma dei contributi versati dal lavoratore durante la sua carriera lavorativa. Il calcolo della pensione è effettuato dividendo il montante contributivo per il coefficiente di trasformazione, che varia in base all’età anagrafica del pensionato e alla speranza di vita. Così come previsto dalla riforma Gasparri per le pensioni dei militari.

Di quanto cresce la busta paga il prossimo anno

Non è ancora ben definito l’aumento contrattuale di militari e poliziotti nel 2024. Tuttavia, secondo le prime stime, si dovrebbe andare da un minimo di 170 a un massimo di 190 euro lordi mensili. Tutto dipenderà dalla contrattazione collettiva che i sindacati intavoleranno col le rispettive amministrazioni il prossimo anno. Per ora la legge di bilancio ha solo stanziato i fondi necessari.

E’ possibile che il personale di alcuni settori riceverà più soldi nello stipendio tabellare, altri sotto forma di incrementi accessori per particolari attività svolte. Anche il servizio notturno e festivo sarà maggiormente tutelato da questo punto di vista. Così come le missioni speciali o svolte all’estero.

Riassumendo…

  • Più soldi in busta paga per il personale militare e del comparto difesa dal prossimo anno.
  • Aumenti medi da 170 a 190 euro al mese per difendere le pensioni future.
  • Militari e poliziotti vanno cessano il servizio presto, a 60 anni, ma la loro pensione è sostenuta da un fondo di perequazione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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