Più tasse da pagare per armi e auto, ecco cosa cambierà

Più tasse da pagare per armi e auto, ecco cosa cambierà per i super ricchi se passa la via della patrimoniale europea.
1 giorno fa
2 minuti di lettura
Più tasse da pagare per armi e auto, ecco cosa cambierà per i super ricchi se passa la via della patrimoniale europea.
Foto © Licenze Creative Commons

Il riarmo delle polemiche. Questo è ciò che sta accadendo oggi in Europa con il piano promosso da Ursula Von der Leyen. Molti sono favorevoli al riarmo previsto dalla Presidente della Commissione Europea. Ma altrettanti sono i contrari. E poi ci sono gli indecisi, che magari contestano il piano proponendo alternative.

C’è, ad esempio, chi non accetta che il piano di riarmo preveda 800 miliardi di euro di spesa. E non piace nemmeno il fatto che sia impostato su un aumento della spesa per singolo Stato, anziché su una vera Difesa Comune Europea.

Tuttavia, se il piano dovesse vedere la luce, e se la spesa per il riarmo – a prescindere da come sarà chiamata – dovesse andare in porto, serviranno risorse economiche.

Anche se le spese dovessero essere sostenute a debito da ciascun Paese.

Ed ecco che riparte la caccia ai fondi, con il ritorno di alcune vecchie idee.

Più tasse da pagare per armi e auto

L’argomento più dibattuto oggi è, senza dubbio, il piano di riarmo europeo. Diversi governi statunitensi – non solo quello attuale guidato da Trump – hanno chiesto all’Unione Europea di aumentare la spesa per la difesa almeno fino al 2% del PIL.

Il motivo è semplice: la NATO esiste ancora. E il Patto Atlantico prevede che, in caso di attacco a uno Stato membro dell’UE, anche gli Stati Uniti debbano intervenire. Tuttavia, dopo le tensioni scaturite dallo scontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, si è diffusa la sensazione che degli USA non ci si possa più fidare completamente.

Da qui nasce la spinta verso un’autonomia europea nella difesa, con il piano di Von der Leyen che potrebbe rispondere proprio alle pressioni statunitensi per aumentare la spesa militare, richieste già presenti anche sotto la presidenza Biden.

Anche il settore dell’auto ha bisogno di una mano

Ma l’Europa è chiamata a intervenire anche su altri fronti. In particolare, deve rilanciare il comparto dell’automotive, un settore in difficoltà da anni. Le cause non sono soltanto la concorrenza estera, il calo del mercato o l’aumento dei costi di produzione – dalle materie prime all’energia – ma soprattutto le politiche ambientali dell’UE.

Il celebre Green Deal europeo, oggi sotto accusa, ha infatti aggravato la crisi del settore automobilistico come mai prima. Bloccare improvvisamente la produzione di auto a benzina e gasolio, per favorire il passaggio all’elettrico, è apparso a molti come un clamoroso autogol.

Per sostenere il comparto, evitare la perdita di posti di lavoro e rilanciare uno dei settori trainanti per l’economia italiana, servono nuove risorse.

Soldi a debito, oppure più introiti e più tasse da pagare per armi e auto

Si tratta di due capitoli diversi, ma con la stessa necessità: servono fondi. E l’UE non può fare tutto ricorrendo al debito. Ecco perché si torna a parlare di nuove tasse, in particolare legate alla difesa e all’automotive.

A Bruxelles si riaffaccia l’ipotesi di una tassa sui super ricchi.

Che si chiami patrimoniale oppure in altro modo, poco importa. Quel che conta è che, per finanziare il riarmo e rilanciare l’industria dell’auto, riemerge il vecchio progetto di tassare i patrimoni superiori ai 100 milioni di euro.

Secondo quanto riportato da Milano Finanza, la UE sta valutando la reintroduzione della tassa sui super ricchi. Un primo segnale è la possibilità che l’Unione possa superare i vincoli di bilancio e incrementare il debito comune europeo – un tema fino a poco tempo fa considerato tabù.

Se oggi si comincia a sdoganare l’idea del debito comune, anche la super tassa sui grandi patrimoni inizia a ricevere maggiore attenzione. Fino a poco tempo fa, era una misura osteggiata soprattutto dai partiti di destra. Ma ora, potrebbe raccogliere consensi più trasversali. Oltre a quelli della sinistra, da sempre favorevole a tassare i più abbienti.

Stando alle indiscrezioni, per i patrimoni superiori a 100 milioni di euro, si prevede una patrimoniale del 2% come soglia minima.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Merz in difficoltà sul nuovo governo in Germania
Articolo precedente

Dopo i debiti per Merz arriva il difficile: accordo di governo con i socialdemocratici

Come accelerare l'uscita dal mondo del lavoro e la pensione a 63 anni tra disoccupazione indennizzata e status di caregiver.
Articolo seguente

In pensione prima possibile a 63 anni, come fare tra disoccupazione e invalidità