Una serata a base di pizza margherita e birra ha sempre rappresentato, per i più giovani e non, l’uscita più economica per trascorrere una piacevole serata con gli amici senza dissanguarsi con conti esagerati.
Poco tempo fa il popolo web si è scatenato davanti alla notizia dei prezzi delle pizze pagati nel locale milanese di Flavio Briatore. La polemica è andata avanti per diversi giorni a causa delle risposte piccate, oltre che offensive, del famoso imprenditore italiano. Briatore è, infatti, anche il proprietario del Billionaire in Sardegna.
Questa volta, però la storia è ben diversa. A far pagare una semplice pizza margherita ben 10 euro è il proprietario di un locale pizzeria di Cremona.
Si tratta di un gesto provocatorio? Un’azione di protesta? Un attacco di follia autodistruttiva?
No. Tutt’altro. Vediamo perché.
Quando le bollette lievitano più della pasta della pizza
Il titolare della pizzeria Funky Gallo a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, Alberto Rovati, è balzato agli onori della cronaca quando ha deciso di rendere noto ai suoi clienti il motivo dell’aumento a 10 euro di una banale pizza margherita.
Infatti la causa del rialzo dei prezzi è concreta e dimostrabile: il gestore del locale si è visto recapitare una bolletta della luce di ben oltre 4000 euro.
Il suo gesto non è stato infatti dettato da sterile polemica. L’esigenza di Alberto Rovati di essere chiaro, trasparente e onesto con i clienti più affezionati e con i nuovi. Ha deciso, dunque, di affiggere all’esterno del locale, oltre al consueto menù pizza, anche una copia della bolletta dell’energia elettrica. L’importo esagerato ben visibile accanto agli altri ingredienti.
Ottimo rapporto qualità-prezzo non è più possibile: o si chiude o si passa per furfanti
La pizzeria di Alberto Rovati è considerata da sempre una di quelle in cui l’ottima qualità della pizza va braccetto con prezzi abbordabili per tutte le tasche.
Oggi, anche a causa dello stato di crisi in cui versa da tempo il nostro paese, dell’aumento delle materie prime e delle cifre da capogiro raggiunte dalle bollette di luce e gas, diventa impossibile offrire prodotti e servizi di buon livello a pochi euro.
“Non l’ho certo fatto per spaventare i clienti – racconta il titolare della pizzeria – ma per essere molto trasparente. E per lanciare una forte protesta: così non si va avanti. E ho esposto la bolletta della luce perché è la più eclatante. Poi ci sono gas e tutte le forniture essenziali. E soprattutto ci sono le materie prime” dichiara Rovati.
“Se io oggi mettessi una margherita a 8-9 euro, probabilmente pareggerei tutte le spese. Da lì la prospettiva di farla pagare 10 euro. Ma meglio mettere la pizza margherita a 10 euro e passare da ladro, oppure chiudere l’attività?”, aggiunge ancora.
“Se non altro credo di essere stato onesto e trasparente coi miei clienti” conclude.
A noi, da buoni italiani, non resta che sperare in un ritorno a un “clima” migliore e a dei prezzi più umani: alla pizza, si sa, non amiamo rinunciarci.