Quando si può andare in pensione con pochi contributi versati? La domanda è abbastanza inusuale per le vecchie generazioni, ma molti giovani lavoratori o di mezza età se la pongono spesso.
Le attuali carriere lavorative sono sempre più caratterizzate da lavori saltuari, interrotti da disoccupazione, a volte non comperi da contribuzione (lavori occasionali) o part time. In assenza di una carriera lineare può quindi diventare difficile andare in pensione.
In pensione con pochi contributi
Ma vediamo bene come stanno le cose e cosa prevede la legge.
In alternativa si può accedere alla pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) indipendentemente dall’età anagrafica. Ma non è questo il caso che vogliamo esaminare.
Chi non ha almeno 20 anni di contributi versati alle spalle, anche in diverse gestioni, non matura il diritto alla pensione a 67 anni di età. Soglia che, in ogni caso, è destinata a salire fino a 70 nel 2054 perché agganciata alla speranza di vita.
Detto ciò, per i quarantenni lavoratori di oggi il rischio è di dover attendere addirittura i 71 anni se non in possesso del requisito minimo contributivo dei 20 anni.
L’uscita dal lavoro per i contributivi puri
Ma anche in presenza di più di 20 anni di contribuzione il problema non cambia. Per i contributivi puri (i nati negli anni ’80, ad esempio) l’accesso alla pensione a 67 anni, oggi, è consentito solo se l’importo della pensione calcolata risulterà non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (attualmente 468 euro al mese).
Una barriera superabile solo se si ha alle spalle un montante contributivo pari ad almeno 150 mila euro, accumulabile con almeno 20 anni di lavoro da operaio senza interruzione. In difetto, si potrà andare in pensione solo al compimento del 71 esimo anno di età.
Lo stesso slittamento a 71 anni vale anche qualora non si raggiunga la contribuzione minima. Con meno 20 anni di contributi versati, le regole della Fornero prevedono la pensione solo al raggiungimento di 71 anni.